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VIDEO | L'attentato ai carabinieri di San Giovanni e le Enjoy bruciate in città: le azioni degli anarchici a Roma

L'ordigno artigianale usato contro la caserma dei carabinieri, contenente 1,6 chili di esplosivo, aveva provocato ingenti danni

Era il centro sociale occupato 'Bencivenga Occupato' di Roma la base della cellula anarchica smantellata nell'operazione Bialystok dei Carabinieri del R.O.S., sotto il coordinamento della Procura.

Sette le persone arrestate, finite in carcere con l'accusa di aver costituito una cellula eversiva di matrice anarchica insurrezionale. 

Il documento 'Dire e sedire'

Il gruppo mirava poi a riorganizzare il movimento anarchico superando "ogni localismo", per avviare una nuova fase dell'insurrezionalismo, che avvicinasse i diversi gruppi, così da colpire l'organizzazione democratica e costituzionalmente organizzata dello Stato.

Un nuovo gruppo d'azione che aveva elaborato e portato a compimento un programma eversivo cristallizzato in un documento clandestino dal titolo "Dire e sedire", destinato solamente ai compagni affini per ideologia, con cui portare avanti una "conflittualità viva e accesa".

L'attentato contro la caserma dei carabinieri a Roma

Azioni portate avanti con l'uso di esplosivi e incendi. A Roma, gli anni caldi, sono il 2017 ed il 2019. Diversi i bersagli. L'atto più eclatante il sette dicembre di tre anni fa, ossia l'attentato esplosivo alla stazione dei carabinieri di San Giovanni, poi rivendicato dalla sigla terroristica 'Cellula Santiago Maldonado - Federazione Anarchica Informale–Fronte Rivoluzionario Internazionale'. 

"Le nostre attenzioni si sono riversate verso i principali tutori dell'ordine mortifero del capitalismo: le forze dell'ordine. Senza di esse i privilegi, le prepotenze, le ricchezze accumulate dai padroni sarebbero nulla. Perché hanno da sempre la funzione di reprimere, incarcerare, deportare, torturare, uccidere chi per scelta o necessita si ritrova al di fuori della loro legge", si leggeva sul documento di rivendicazione.

In quel caso l'ordigno artigianale, contenente 1,6 chili di esplosivo, provocò ingenti danni all'ingresso della caserma e per poco non aveva investito, con la sua esplosione, una passante.

A condurre le prime indagini, in quella circostanza, i carabinieri del Reparto Operativo di Roma che sin da subito hanno eseguito i rilievi, acquisito e analizzato i video delle telecamere di videosorveglianza, estrapolando le prime immagini dell’attentatore

Un elemento che, secondo i Ros, ha conferito all'attentato "una estrema pericolosità derivante dall'accettazione del rischio di colpire vittime collaterali". Uno dei responsabili dell'attentato è stato arrestato oggi. 

Esplosione ordigno carabinieri San Giovanni

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I quattro incendi alle auto Enjoy 

Non solo l'attentato alla stazione di San Giovanni. Tra gli anarchici arrestati c'è anche un 35enne romano romano, ritenuto responsabile del triplice attentato incendiario avvenuto il 28 febbraio 2019, ai danni di autovetture car sharing Eni Enjoy, fatto rivendicato poi nel web in "solidarietà a tutti gli anarchici detenuti" nell'ambito dell'azione alla multinazionale Eni, "accusata di devastazione della Terra", in quanto "Eni uccide e inquina in italia e all'estero".

Altri attentati sono stati compiuti, sempre ai veicoli 'Enjoy', il primo dicembre 2017, in viale Jonio, quattro vetture sono state date alle fiamme, sempre con della diavolina posizionata sui pneumatici; il 14 febbraio 2019, altre due vetture sono state date alle fiamme tra via Casilina e il Pigneto; il 28 marzo 2019, ignoti hanno incendiato con lo stesso modus operandi tre vetture nel quartiere Prati Fiscali.

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