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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Lunghezza: "Senza casa da novembre per colpa delle complanari"

Via Giovanni Casoni, dove le complanari dell'A24 passano a poco più di un metro dalle abitazioni. Le famiglie sono in causa con Strada dei Parchi, che a detto loro non avrebbe risarcito i danni causati dai lavori sulle abitazioni

Da una casa appena messa a nuovo all'appartamento di un residence, sistemazione di fortuna in attesa di svegliarsi dall'incubo. Siamo a Lunghezza, circa 7 chilometri fuori dal Gra, nelle palazzine di via Giovanni Casoni, a ridosso dell'A24. Qui i residenti sono abituati a vivere a stretto contatto con le file di auto che tutti i giorni sfrecciano sull'autostrada. Ce l'hanno lì da sessant'anni le due corsie della Roma-L'Aquila, separate da barriere acustiche a circa 4 metri di distanza da finestre e balconi. E, per quanto ci sia ancora chi ricorda il comprensorio libero dal cemento negli anni '50, la maledizione l'avevano accettata, imparando a convivere con i disagi. Fino a tre anni fa, quando il mostro ha cominciato ad allargarsi.

I lavori per le complanari dell'A24 partono nel novembre 2011. Due corsie ai lati del tratto autostradale già esistente, da Lunghezza al cimitero del Verano, per dare sfogo al traffico locale di un quadrante tra i più soffocati della città. Nel tratto di via Casoni l'opera passa a un metro dalle facciate delle abitazioni. Impossibile non coinvolgere le case nel cantiere per l'infrastruttura. 

Il signor Pietropaolo Di Luzio, tra gli abitanti sulla complanare racconta: “Ci hanno abbattuto un garage e un piccolo prefabbricato che avevamo appena sopra il giardino. Neanche questo abbiamo più, è coperto da una spianata di cemento”. Un prezzo da pagare che sulla carta le famiglie conoscono fin dall'inizio, quando Strada dei Parchi, la ditta appaltatrice dell'opera pubblica, illustra loro il progetto. Prospetta anche la possibilità di un esproprio, rifiutato dai Di Luzio perché giudicato incongruo rispetto al valore dell'immobile. 

LUNGHEZZA - A un metro dalle complanari dell'A24

I lavori cominciano. E insieme anche le rogne.  “Sentivamo continuamente tremare – racconta il signor Di Luzio – avevamo sempre paura che succedesse qualcosa,  i lampadari oscillavano, sembrava davvero che dovesse esserci il terremoto”. Così fino a giugno 2013, quando i cantieri circondano la casa. 

Le famiglie di via Casoni firmano una scrittura privata con Strada dei Parchi: l'accordo prevede il trasferimento in un residence a Castelverde, pagato dall'azienda, fino al completamento dei lavori. Su cosa intendano le parti per lavori ultimati si gioca l'intera partita. Il 30 novembre 2013 partono le raccomandate: per Strada dei Parchi l'intervento sull'area in cui insistono le abitazioni si è concluso e gli inquilini possono rientrare. Già, ma i Di Luzio si rifiutano. 

“Non ci metteremo piede fino a che non verrà risistemato tutto quello che manca. Hanno tolto la caldaia che stava sul balcone, hanno abbattuto la tettoia, nelle mura della cucina ci sono ancora delle crepe, abbiamo paura a stare qui dentro. E pensare che l'avevamo ristrutturata da poco. Ci avevano detto che ci avrebbero rimesso a posto la casa, ma ora dicono che danni non ce ne sono”. A marzo la querela in questura e la denuncia civile. 

“Nella scrittura privata si parla di trasferimento in alloggio temporaneo fino a ultimazione dei lavori. Per Strada dei Parchi questo termine era a fine novembre, per noi assolutamente no. La casa non è agibile, mancano parti di barriere acustiche e attualmente le case sono accessibili a tutti dal cavalcavia, distante un metro o poco di più, ci sono ancora i parapetti dei cantieri”. A parlare è il legale dei Di Luzio, Adriano Calandrella. 

Strada dei Parchi smentisce per intero, e si prepara alla battaglia legale, citando a sua volta in giudizio la famiglia per non aver lasciato il residence come da accordi. 

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