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Sabato, 20 Aprile 2024
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Affetto da virus Hiv contagiò 30 donne: chiesto l'ergastolo per Valentino Talluto

Requisitoria del pubblico ministero Elena Neri nell'aula bunker di Rebibbia

Ergastolo con isolamento diurno per due anni. E’ questa la condanna chiesta ai giudici della III corte d’assise di Roma dal pm Elena Neri nei confronti di Valentino Talluto, l’uomo sieropositivo di Acilia accusato di aver contagiato con rapporti sessuali non protetti decine di donne. "Non possono esser concesse le attenuanti generiche non avendo mai mostrato pentimento. Insomma Talluto non ci aiutati, non ci ha detto nemmeno un cognome delle ragazze di cui sapevamo solo i nomi. Si è sempre chiuso dietro silenzi e bugie”. 

Requisitoria al processo 

Così il pm Neri nel corso della requisitoria del processo a Talluto, che risponde delle accuse di epidemia dolosa e lesioni gravissime. "C’è la firma su questi contagi. E Talluto sapeva di essere sieropositivo ma continuava a chiedere rapporti non protetti dicendo mille bugie alle sue partner". Ha aggiunto il pm Elena Neri nella requisitoria del processo a Valentino Talluto. “Questa indagine è incompleta perché sin da ora bisogna comprendere che i tabulati telefonici che abbiamo potuto prendere in esame risalgono solo a due anni prima (2013-2015). Questa indagine comprende quindi solo le persone che siamo riusciti a rintracciare tramite i tabulati telefonici, le dichiarazioni delle ragazze o coloro che si sono curati negli ospedali romani. Non abbiamo trovato altre persone anche perché lui non ci ha mai aiutato, non ci ha detto i cognomi dei nomi memorizzati sul suo cellulare e si è sempre chiuso dietro silenzio e bugie. Non sapremo mai l’esatto numero delle persone che ha contagiato". 

"Non si è mati pentito" 

"Valentino Talluto ha sempre negato ogni responsabilità anche di fronte all’evidenza, non si è mai pentito, ha agito con dolo dissimulando il suo stato di salute e ha colpito una moltitudine di persone, trasportandole in un mondo ignoto. Per i danni causati a donne, bambini e uomini, accomunati tutti dallo stesso virus dell’imputato, possiamo dire che quella compiuta da Talluto è una vera e propria strage sociale". Le parole dell’avvocato Irma Conti, legale di parte civile per conto di 17 persone offese, ha chiesto ai giudici della III corte d’assise di condannare il giovane al pagamento di 900mila euro per ciascuna delle vittime, più una provvisionale pari a 100mila euro. 

"Programma criminoso e crudele"

Secondo la legale "tutto il programma criminoso e crudele di Talluto" conferma che abbia agito secondo un "clichè seriale, con lucida e determinata pianificazione, mietendo vittime cercate tramite chat, donne prima corteggiate e poi diventate sue fidanzate". Lui "si presentava come una persona sana, un donatore di sangue, per conquistare il loro cuore e la loro fiducia. La sua è stata una diabolica programmazione perché l’imputato si è comportato sapendo perfettamente come trasmettere il virus, aggirando le pur deboli opposizioni di alcune delle partner ed esibendo falsi certificati medici per provare che godeva di buona salute". 

Stravolto decine di vite 

Per l’avvocato Conti, "l’imputato con la sua condotta ha inquinato e stravolto decine di vite, causando danni fisici e problemi psicologici: molte di loro hanno smesso di avere relazioni sentimentali, non hanno più una vita normale e spensierata, continuano a soffrire di attacchi di panico e di allucinazioni. Alcune hanno pensato al suicidio, anche per timore di contagiare a loro volta i propri figli, e molte sono terrorizzate all’idea di perdere il lavoro se dovesse venire meno la riservatezza su questa vicenda. Ci sono prove sufficienti dell’efferata sregolatezza di Talluto per sostenere quanto fosse pienamente consapevole che quando si ha l’Hiv si trasmette il virus se non si usano precauzioni"

"Non sono un mostro"

Sono 57 i casi contestati tra contagi diretti (oltre 30) indiretti (tra i quali un bimbo), nonché episodi di donne scampate alla trasmissione del virus. La Corte aveva respinto la richiesta di giudizio abbreviato della difesa dell'imputato. Interrogato nell'aula bunker di Rebibbia lo scorso 27 settembre Valentino Talluto disse: "Sono stato descritto come mostro ma chi mi conosce sa benissimo che non sono una cattiva persona. Quello che è stato scritto su di me non è vero". 

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