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Cronaca Guidonia Montecelio / Via Colle Nocello

Guidonia, da sette anni gestivano traffico illecito di rifiuti tossici

Tutta la truffa era nata da una turbativa d'asta, assorbita per prescrizione, nel 2009. Eseguite cinque ordinanze che comprendono il divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali o professionali per 12 mesi

Traffico illecito dei rifiuti e truffa per un profitto di un milione e 200mila euro. E' l'accusa mossa ad una società nel Comune di Guidonia Montecelio, nella zona de La Botte.

Nella mattina odierna il Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Roma coadiuvato dalle paritetiche articolazioni di Ancona, Campobasso, Firenze, Grosseto, Perugia e Pescara, nonché dal Comando Provinciale Carabinieri capitolino ha eseguito cinque ordinanze di "applicazione delle misure sia cautelare dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria", sia "interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali o professionali", oltre al "sequestro preventivo dell'impianto industriale di trattamento dei rifiuti" gestito dalla società di Guidonia Montecelio

TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI - Il tutto pari alla somma ritenuta profitto dei reati contestati ossia un milione e 200mila euro, emesse dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale romano, che ha accolto le richieste della competente Direzione Distrettuale Antimafia in relazione ai "reati di attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti ed alla truffa".

L'INIZIO - L'indagine, avviata nel 2009 dal citato Nucleo Operativo Ecologico e coordinata dalla Procura Distrettuale romana, ha permesso di accertare come gli indagati, a vario titolo, dal 2008 al 2014, avessero gestito "illegalmente ingenti quantitativi di rifiuti speciali".

LA TRUFFA - L'attività investigativa ha consentito di documentare come 7500 Ton, costituiti da fanghi da depurazione prodotti dall'impianto, fossero stati declassati da "pericolosi" a "non pericolosi" mediante falsi certificati di analisi, così da assicurarsi ingenti profitti illeciti derivanti dal minor costo di smaltimento degli stessi. 

Nel medesimo ambito, inoltre, è stato acclarato come ad ulteriori 9600 Ton scarti derivanti da grassi prodotti da mense industriali e trattati dalla società in questione fosse stato attribuito un diverso codice C.E.R. (Catalogo Europeo dei Rifiuti) tale da figurare tra quelli elencati nell'Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata alla medesima azienda.

ASTRA TAROCCATA NEL 2009 - L'inchiesta ha altresì accertato come gli indagati, in concorso tra loro, si fossero aggiudicati una gara a procedura negoziata bandita nel 2009 da ACEA ATO 2 S.p.a. per il "servizio di noleggio mezzi d’opera specializzati da adibire all’esercizio degli impianti di depurazione, adduttrici e sollevamenti fognari nonché alla disostruzione dei fognoli delle fontanelle pubbliche - lotto 1, 2 e 3", dell'importo di circa tre milioni di euro annui per il periodo 2010/2013 concordando preventivamente le offerte da presentare peraltro aggiudicandosi due dei tre lotti previsti dal bando, "del valore rispettivamente di euro un milione e 287mila euro e 819mila euro". 

La turbativa d'asta, assorbita per prescrizione, ha concretizzato una "truffa contrattuale in ragione dei minori ribassi presentati per l'aggiudicazione della predetta gara". 

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