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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Via della Lungara

Regina Coeli: ispettore della penitenziaria colpito con una testata da un detenuto

Trenta i giorni di prognosi per l'agente che ha subito la frattura delle ossa del setto nasale. La denuncia dei sindacati dei 'baschi blu'

Trenta giorni di prognosi per una frattura al setto nasale. Questo quanto refertato ad un ispettore della Polizia Penitenziaria colpito con una testata da un detenuto italiano40enne  nel carcere romano di Regina Coeli. Le violenza intorno alle 15:00 di ieri presso il terzo braccio della casa circondariale di via della Lungara a Trastevere. Lo rendono noto i sindacati di polizia penitenziaria Cisl Fns, Uil e Sappe. 

TESTATA ALL'ISPETTORE - Secondo quanto riportato dal Sappe: "Lunedì pomeriggio, verso le ore 15.00, si è verificata l’ennesima aggressione nei confronti del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria. Un detenuto italiano, ristretto presso il terzo braccio ha aggredito l’ispettore coordinatore del reparto subito dopo la conta numerica dei detenuti. Il detenuto ha dapprima oltraggiato l’operato del personale contestando la battitura alle sbarre della cella, regolamentata per garantire la sicurezza dell’istituto e prevenire tentativi di fuga". 

FRATTURA DEL SETTO NASALE - Sempre secondo quanto riferito dal segretario generale del Sappe Donato Capece e dall segretario provinciale di Roma Giovanni Passaro: "Successivamente, lo stesso detenuto ha aggredito fisicamente l’ispettore, costretto alle cure presso l’ospedale vicino, provocandogli ferite al volto. Per di più, l’episodio è stato sostenuto da un piccolo gruppo di detenuti che al fine di evitare l’allontanamento dal reparto del compagno colpevole si sono barricati in cella. Solo grazie alla professionalità dei baschi blu si è riusciti a riportare l’ordine e la sicurezza all’interno dell’istituto senza l’uso della forza fisica. Questa è la Polizia Penitenziaria. Ai colleghi va la nostra vicinanza e solidarietà". 

NESSUN PROVVEDIMENTO - Una aggressione confermata anche dalla Uil Polizia Penitenziaria: "Nonostante la cospicua presenza di personale accorso da ogni posto di servizio in ausilio al Comandante di Reparto, nessun provvedimento è stato preso nei confronti del detenuto che è rimasto nello stesso reparto e nella stessa cella". Il sindacato sottolinea come l'agente della penitenziaria "ha subito una testata in faccia da parte di un detenuto, con urgente necessità di cure presso il pronto soccorso (microfattura setto nasale 30 giorni di prognosi)".

CISL FNS - Violenze che hanno trovato anche la ferma condanna di Massimo Costantino, Segretario Generale Aggiunto della Cisl Fns: "Oltre all'aggressione all'ispettore di polizia penitenziaria nella gioranta di domenica, sempre nello stesso istituto, un detenuto italiano è stato sorpreso con cocaina e hashish. Pronto ed immediato l'intervento del personale di Polizia Penitenziaria. Occorre ricordare che l'istituto romano di Regina Coeli  dei previsti 836 detenuti ne risulta un sovraffollamento di 26 detenuti".  "Il personale di Polizia Penitenziaria di Regina Coeli, cosi come quelli che espletano servizio  nei vari istituti  e sedi extra- moenia della Regione e non solo, pur con difficoltà svolgono egregiamante il proprio servizio  al fine di impedire che si possano compiere reati anche durante la detenzione. Plauso a tale personale il quale dimostra come sempre abnegazione e spirito del Corpo ma allo stesso tempo grande professionalità".

SAPPE - "Il Sappe - si domandano Capece e Passaro - rinnova al Ministro della Giustizia Orlando e ai vertici dell’Amministrazione centrale la richiesta “di
incrementare l’organico delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria che quotidianamente devono assicurare la sicurezza del Paese. Cosa si aspetta ad assumere adeguati provvedimenti per garantire la sicurezza e la stessa incolumità fisica degli Agenti di Polizia Penitenziaria che lavorano in carcere?
”.

AGGRESSIONE AGLI AGENTI - Capece torna infine ad evidenziare come l’ennesima aggressione a poliziotti penitenziari in un carcere italiano è "sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E che a poco serve un calo parziale dei detenuti, da un anno all’altro, se non si promuovono riforme davvero strutturali nel sistema penitenziario e dell’esecuzione della pena".

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