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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Terrorismo a Roma: scacco alla rete di Anis Amri in Italia, cinque arresti

Inchiesta sui contatti nel Lazio ed in Campania dell'attentatore di Berlino. Uno di loro gli avrebbe dovuto procurare documenti falsi per farlo uscire dall'Italia

Operazione antiterrorismo nel Lazio ed in Campania. La polizia, su ordine del Gip di Roma Costantino Del Robbio, ha notificato questa mattina il mandato di cattura a cinque stranieri: il palestinese Abdel Salem Napulsi, già detenuto nel carcere di Rebibbia, e quattro tunisini residenti fra Latina, Caserta e Napoli. Sono tutti accusati di far parte della rete italiana del terrorista Anis Amri, l’uomo della strage al mercato di Natale di Berlino, l’uomo che il 19 dicembre 2016 si andò a schiantare con un camion sulla folla, uccidendo 12 persone. 

Attentatore di Berlino in Italia

Amri venne ucciso 3 giorni dopo fuori la stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni, nel milanese, da due poliziotti. Nei mesi successive le indagini portarono all’espulsione di tre dei suoi conoscenti che vivevano in provincia di Latina, ritenuti essere pericolosi per la sicurezza nazionale. Arrestati dalla Digos di Roma e Latina, i cinque uomini sono riconducibili alla rete di Anis Amri.  Uno di loro gli avrebbe dovuto procurare documenti falsi per farlo uscire dall'Italia. Oltre agli arresti, sono in corso una serie di perquisizioni nelle province di Latina, Roma, Caserta, Napoli, Matera e Viterbo.

Cartellone. Terrorismo Operazione Mosaico-2

Operazione Mosaico 

Oggi con la cosiddetta Operazione Mosaico, si riapre l’inchiesta sulla sua rete che avrebbe base oltre che nel Lazio anche in Campania. Il membro più noto della banda è Abdel Salem Napulsi, 38enne già recluso nel carcere di Rebibbia. Secondo gli inquirenti si sarebbe addestrato su Internet: il presunto terrorista ha scaricato video di propaganda islamista da YouTube, oltre alle istruzioni per l’uso di carabine ad aria compressa e lanciarazzi del tipo Prg-7, nonché su come modificare alcune armi in commercio.  Tra i 31 video  che la Procura di Roma e gli agenti delle Digos di Roma e Latina hanno rinvenuto sul computer del sedicente palestinese Abdel Salem Napulsi anche un tutorial per la costruzione e l'utilizzo di un lanciarazzi RPG7. 

VIDEO | Operazione Mosaico: il blitz della Digos 

Cinque arresti per terrorismo

Nello specifico, i provvedimenti cautelari riguardano, come detto, il 38enne sedicente cittadino palestinese Abdel Salem Napulsi, attualmente detenuto per stupefacenti, per i reati di cui agli artt. 270 quinquies e 270 sexies (addestramento ad attività con finalità di terrorismo e condotte con finalità di terrorismo) nonché 4 cittadini tunisini accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: il 32enne Akram Baazaoui , il 52enne Mohamed Baazaoui , il 29enne Dhiaddine Baazaoui e il 30enne Rabie Baazaoui. I quattro avrebbero fatto entrare illegalmente sul territorio italiano un centinaio di connazionali e, dietro pagamento di denaro, fornivano carte d'identità e patenti fasulle per proseguire il viaggio verso Francia e Germania.

L'attentato di Berlino del Natale 2016

Le indagini sono scaturite dagli accertamenti svolti all’indomani dell’attacco portato il 19 dicembre 2016 al mercatino natalizio di Berlino dal terrorista tunisino Anis Amri, come noto ospitato da un suo connazionale ad Aprilia (Latina) nel 2015 le cui dichiarazioni hanno contribuito all’indagine. Gli approfondimenti hanno permesso di ricostruire la rete relazionale del terrorista tunisino nel periodo della sua permanenza in Italia fino alla partenza per la Germania avvenuta il 2 luglio 2015. In tale quadro, sono stati nel tempo individuati e monitorati vari stranieri gravitanti nell’area pontina e nel territorio della Capitale, alcuni dei quali espulsi con provvedimenti del Ministro dell’Interno in quanto ritenuti una minaccia per la sicurezza dello Stato.

Terrorismo Lazio e Campania

Tunisino residente a Latina noto per le posizioni radicali

Tra i contatti dell’attentatore di Berlino vi era un tunisino di 37 anni residente a Latina, frequentatore del locale Centro di preghiera islamico di Latina e noto per le sue posizioni radicali, legato da consolidati rapporti di amicizia con il sedicente cittadino palestinese Abdel Salem Napulsi, destinatario del provvedimento per i fatti legati al terrorismo. I due, infatti, si erano spesso lasciati andare a considerazioni incentrate su visioni radicali dell’Islam, connotate da una marcata ostilità per gli occidentali ed i relativi costumi utilizzando, tra le altre, espressioni del tipo “tagliare la gola e i genitali” riferite agli “infedeli”.

Abitazione romana di Napulsi 

Un mirato servizio di Polizia Giudiziaria ha consentito di rinvenire nell’abitazione romana di Napulsi, oltre che un consistente quantitativo di eroina per il quale è attualmente in carcere, un tablet la cui analisi ha evidenziato la sua attività di auto-addestramento attraverso la visione compulsiva di video di propaganda riconducibili al terrorismo islamico ed altri riguardanti l’acquisto e l’uso di armi da fuoco, tra cui fucili e lanciarazzi.

"Cospicuo corredo probatorio" 

Autoaddestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale. E' questo il reato contestato ad Abdel Salem Napulsi, 38 anni, arrestato insieme ad altri quattro tunisini nell'ambito di un'operazione antiterrorismo scattata nelle scorse ore tra Lazio e Campania. Secondo l'indagine condotta dal pm Sergio Colaiocco, che ha messo sotto la lente la rete di contatti di Anis Amri, autore delle strage di Berlino, a carico dell'uomo, pur non avendo pianificato in maniera specifica obbiettivi per un attentato in Italia sussiste un "corredo probatorio cospicuo" che lascia pensare ad un autoaddestramento con finalità terroristiche. 

Deep web 

In particolare Napulsi, si muoveva nel deep web alla ricerca materiale o di informazioni su come costruire o modificare armi ad aria compressa, reperire munizioni ma anche mezzi pesanti e blindati. Elementi che hanno portato la Procura a procedere con almeno 20 perquisizioni e gli arresti di oggi. Secondo quanto ricostruito finora, Napulsi, arrestato per droga nell'ottobre scorso, emerge come figura di particolare rilievo per le sue posizioni chiuse e radicali nelle zone di Latina ed Aprilia. In alcune intercettazioni telefoniche, sono emerse frasi tipo "Tagliare la gola". 

Quindici mesi di indagini

Le indagini durate circa 15 mesi hanno portato a scoprire anche una fitta rete di contatti tra l'uomo e esponenti radicalizzati nell'area pontina, in particolare con Montassar Yakoubi, conoscente di Anis Amri con cui venne a contatto a bordo del barcone che li portò a Lampedusa nel 2011. Nei mesi successivi all'attentato del 19 dicembre 2016 a Breitscheidtplatz a Berlino in cui persero la vita 12 persone e 56 rimasero ferite, vennero espulsi dal territorio italiano già tre dei conoscenti di Anis Amri, residenti sempre in provincia di Latina ritenuti essere pericolosi per la sicurezza nazionale.
 

Documenti falsi per Anis Amri 

Le indagini hanno inoltre permesso di identificare un altro cittadino tunisino (Akram Baazaoui), che nel 2015 era costantemente presente a Latina e che avrebbe dovuto procurare falsi documenti di identità ad Anis Amri. Gli approfondimenti eseguiti hanno permesso di individuare una vera e propria associazione per delinquere, operante tra le province di Caserta e Napoli, finalizzata alla falsificazione di documenti ed al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di soggetti dalla Tunisia a vari Paesi dell’Europa, gestita dai quattro tunisini raggiunti dai provvedimenti odierni.

Operazione Mosaico terrorismo-2

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