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Cronaca

Il Tar del Lazio respinge la sospensione dell'ordinanza anti alcol

Il Tar Lazio ha respinto la richiesta di sospensione dell'ordinanza antialcol, in vigore dal 1 aprile 2011. L'obiettivo è di ridurre gli episodi di violenza dipendenti dal consumo di bevande alcoliche

Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta, avanzata dalla società Caffè Mameli, di sospensione dell’efficacia dell’ordinanza “antialcol” emanata dal sindaco Gianni Alemanno il 30 marzo 2011. Il tribunale amministrativo ha così riconosciuto l’esistenza dei presupposti di urgenza e contingibilità dell’ordinanza, dettata da fatti “connessi a comportamenti aggressivi e violenti – si legge nel provvedimento del Tar - dipendenti dal consumo di bevande alcoliche al di fuori degli esercizi commerciali.”

“La decisione del Tar conferma quanto già espresso in un parere dell’Avvocatura capitolina”, dichiara il capo dell’avvocatura di Roma Capitale, Andrea Magnanelli. “La sentenza n. 115 della Corte Costituzionale non comporta in modo automatico il venir meno delle ordinanze del Sindaco - conclude Magnanelli -  in tema di sicurezza e ordine pubblico. Queste devono invece essere esaminate caso per caso.”


Questo il commento del sindaco Alemanno: "Il pronunciamento del Tar, che ha respinto la richiesta di sospensione dell'ordinanza antialcol, dimostra il valore del nostro provvedimento. È inoltre un segnale importante per continuare a garantire nel miglior modo la sicurezza dei cittadini, rafforzando la nostra capacità d’azione nella tutela dell’ordine pubblico salvaguardando allo stesso tempo il diritto di tutti coloro".  

Il delegato alle politiche della sicurezza Gianni Ciardi parla di "buonsenso e giurisprudenza che premiano il sindaco Alemanno. L'odierna pronunzia del Tar del Lazio dà ragione alla amministrazione di Roma capitale - continua -, riconoscendo il buon diritto del Sindaco di emanare ordinanze su temi che riguardano la sicurezza e il decoro della città. Vengono pertanto accantonate le richieste animate dal peggior corporativismo, che vorrebbero prevaricare l'interesse generale in nome di interessi particolari". "La diatriba sulla legittimità di tale strumento per governare particolari fenomeni sul territorio - conclude - può essere archiviata, a tutto vantaggio del raggiungimento dell'obiettivo di garantire maggiori livelli di sicurezza ai cittadini romani".

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