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Cronaca Quadraro / Via Ugo Niutta

Morto a Rebibbia: l'uomo aveva già tentato il suicidio dopo aver ucciso la madre

Francesco Di Francesco era detenuto nel reparto di osservazione psichiatrica della casa circondariale. A luglio del 2013 tentò l'estremo gesto da una impalcatura della scuola Pisacane di Tor Pignattara

Doveva essere trasferito nel reparto per minorati psichici del carcere di Rebibbia in questi primi giorni del 2014. Un 'passaggio' che un 52enne romano non ha mai effettuato togliendosi la vita nella casa circondariale romana la sera del 5 gennaio. Un gesto estremo messo in atto da Francesco Di Francesco, che già lo scorso luglio aveva minacciato di togliersi la vita arrampicandosi sopra l'impalcatura della scuola Carlo Pisacane di Tor Pignattara, dopo aver ucciso la madre con la quale conviveva in via Niutta, zona Vigne-Alessandrino.

MORTO IN CARCERE - A dare notizia del primo decesso in carcere di questo anno appena iniziato il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni. L'episodio è avvenuto intorno alle 23 quando il 52enne si è impiccato incastrando una camicia nella cerniera della porta del bagno nella sua cella del carcere romano di Rebibbia.

OMICIDIO VIA NIUTTA - Francesco Di Francesco era salito alla ribalta delle cronache romane il 9 luglio del 2013 in seguito al ritrovamento del corpo privo di vita di Maria Assunta Pizzolo, madre dell'uomo, trovata cadavere nel proprio appartamento di via Ugo Niutta. La scoperta della morte dell'80enne, trovata con evidenti segni al collo, da parte del nipote, all'interno dell'appartamento nel quale viveva anche il 52enne poi suicida a Rebibbia.

TENTATO SUICIDIO ALLA PISACANE - Allertate le forze dell'ordine da parte del nipote di Maria Assunta Pizzolo, le ricerche si concentrarono da subito sul figlio allora 51enne della vittima. Sospetti che trovarono fondamenta poco dopo quando le stesse forze dell'ordine, con l'ausilio dei vigili del fuoco, riuscirono a far desistere Francesco Di Francesco dai propri intenti suicidi, manifestati palesemente con l'uomo arrampicato su una impalcatura della vicina scuola Carlo Pisacane di via dell'Acqua Bullicante.

FERMO PER OMICIDIO - Convinto a desitere dai propri intenti suicidi Francesco Di Francesco venne quindi interrogato ammettendo di avere aggredito la madre al culmine di una violenta lite scaturita tra i due nell'abitazione di via Niutta, con successiva incarcerazione con l'accusa di omicidio.  

GARANTE DETENUTI - Subito dopo l’arresto, l’uomo era stato recluso a Regina Coeli e da qui, successivamente, trasferito all’osservazione psichiatrica di Rebibbia Nuovo Complesso. Nei prossimi giorni Francesco Di Francesco doveva essere trasferito nel reparto per minorati psichici di Rebibbia Penale. "Il primo decesso del 2014 nelle carceri del Lazio - le parole del Garante per i detenuti del Lazio Angiolo Marroni - riporta drammaticamente in primo piano il problema dei reclusi con gravi problemi psicologici. Il carcere è un luogo duro, in grado di piegare anche i caratteri più forti, figurarsi l’impatto che può avere con quanti hanno già delle sofferenze psichiche. Il problema è che, spesso, il sovraffollamento non consente di capire se queste persone abbiano una sofferenza tanto grave da indurle a privarsi della vita. Per questo occorre passare immediatamente dalle parole ai fatti, per tornare ad un sistema detentivo che, nel pieno spirito del dettato costituzionale, rimetta al centro la persona e la tutela dei suoi diritti".

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