Stupro via Collatina: restano in carcere Alessio "Il Sinto" ed il suo complice
Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Roma
Devono restare in carcere i due nomadi accusati dello stupro di due 14enni avvenuto nel maggio scorso nella periferia est della Capitale. I giudici del Tribunale del Riesame di Roma hanno di fatto respinto le istanze di scarcerazione presentata dai difensori di Mario Seferovic, alias Alessio "Il Sinto" 21 anni e del complice di 20 anni.
Stupro sulla Collatina
La violenza avvenne il 10 maggio scorso in un boschetto nel quartiere del Collatino. La violenza sessuale nacque da un incontro su facebook che poi si trasformò in incubo per le due giovani vittime. Le due ragazzine, violentate lo scorso mese di maggio, inizialmente non raccontarono nulle e tantomeno ricorsero a cure mediche. Dopo un mese, venuti a conoscenza dell'episodio, i genitori di una delle due vittime si rivolsero ai Carabinieri facendo partire le indagini.
Minacce di morte e poi la violenza sessuale
Dai riscontri dei militari emerse che solo il 21enne avrebbe avuto un rapporto sessuale con le vittime 14enni dopo averle minacciate di morte, costringendole a farsi legare in una zona boschiva in zona di via Collatina, mentre il 20enne faceva da palo. Ascoltate con le cautele di legge in quanto minori, i racconti delle ragazzine coincisero. Una delle due aveva conosciuto, tramite Facebook, il 21enne e dopo una corrispondenza telematica aveva accettato di incontrarlo. Durante l'ncontro, al quale la minore era andata con la sua amica, il 21enne le avrebbe costrette a seguirlo in un terreno nascosto alla vista dei passanti. Qui avrebbe abusato sessualmente di loro, mentre il suo amico faceva da palo, dopo averle legate.