rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Stupro Caffarella: vacillano le accuse contro i romeni, indagini tutte da rifare?

L'avvocato di Racz: “L'identikit parla di uno stupratore alto 1,75 e con i capelli lunghi. Karol è alto 1,50 ed è stempiato”. Gli elementi a carico dei due diminuiscono giorno dopo giorno e intanto spunta l'ipotesi di un terzo uomo

Gli elementi contro Karol Racz vanno diminuendo giorno dopo giorno ed anche su Alexandru Loyos non ci sono più le certezze iniziali. Le indagini sullo stupro della Caffarella rischiano così di dover ricominciare da capo e i due romeni arrestati potrebbero essere scarcerati. La decisione definitiva si avrà il 9 marzo, quando verrà discussa l'istanza di scarcerazione presentata dall'avvocato di Karol Racz Lorenzo La Marca.

Avvocato La Marca che ieri ha messo a segno, almeno mediaticamente, un colpo a favore del suo assistito. L'identikit fornito dalle vittime, così come le descrizioni accessorie a supporto, non corrispondono con le caratteristiche di Racz. “E' stata fatta la descrizione di un uomo con le caratteristiche fisionomiche diverse da quelle di Racz”, spiega l'avvocato La Marca. “Non solo, è stata indicata una persona alta un metro e 75, ed il mio cliente non supera il metro e 50, e capelluta, mentre il mio è stempiato”.

Fin dalle prime ore post violenza infatti gli inquirenti parlarono di un uomo alto, con i capelli lunghi e la faccia da pugile. Caratteristiche queste che appartengono minimamente a quelle di Racz.

L'altra incongruenza che La Marca indicherà al tribunale del riesame è anche quella che i due stupratori, a detta della coppia di fidanzatini aggredita, parlavano tra loro in italiano, mentre "Racz non spiccica”, ha precisato La Marca, “una sola parola della nostra lingua tanto che ho dovuto presentare un'istanza per avere un interprete nei miei incontri con il detenuto. A questo punto mi chiedo  perché il pubblico ministero non proceda verso un’altra persona”.

La Marca ha lamentato anche l'assenza dal fascicolo processuale dei verbali di interrogatorio delle persone citate da Racz a sostegno dell'alibi. E da oggi ieri in corso gli ulteriori accertamenti sui reperti biologici disposti ieri dal pm Vincenzo Barba dopo l'esito discordante di quelli compiuti precedentemente.

Proprio l'esito negativo degli esami del Dna, che per Racz sono stati completamente negativi, potrebbe definitivamente scarcerare Racz ed addirittura far riconsiderare la posizione di Loyos. Infatti anche per il biondino 20enne l'esame ha presentato non poche incongruenze.

A carico di Loyos però resta quella deposizione resa davanti ad un avvocato e con tanto di registrazione e che resta la prova ancora non sconfessata in mano alla questura. Sono infatti decadute anche altre prove quali le impronte digitali sulle sim card dei cellulari delle due vittime (inutilizzabili secondo la scientifica) e sui cellulari dei due presunti colpevoli che nelle ore dello stupro non erano agganciati ai ripetitori della zona della Caffarella.

A sostegno di Racz ci sono anche le testimonianze di 7 suoi compagni di campo che dicono che nell'ora della violenza il 36enne romeno era con loro.

Insomma un castello accusatorio che si regge ormai solamente sulla testimonianza resa, e poi ritrattata, da  Loyos nella notte tra il il 17 e il 18 febbraio.

Anche per questo la questura di Roma si è rimessa al lavoro, a caccia di un terzo uomo che forse Loyos sta proteggendo. E l'esame del Dna, che di fatto ha riaperto le indagini, potrebbe aiutare a stringere il cerchio attorno al colpevole. Il codice genetico individuato infatti apparterrebbe ad un romeno il cui Dna è noto alla Polizia romena che si sta già attivando per rintracciarlo.

Su questa ipotesi che oggi ha riempito le prime pagine di tutti i giornali la Procura ha prontamente smentito, allontanando l'ipotesi che siano state avviate le ricerche dell'uomo con le dite mozzate e con il codino precisando che sullo stesso sono già state fatte verifiche che hanno evidenziato la presenza di un alibi per l'uomo.

Sulla vicenda è intervenuto anche il Sindaco Alemanno. "Ho parlato più volte", ha precisato il sindaco, "con il questore che sta facendo il massimo possibile per assicurare alla giustizia i colpevoli, ma ovviamente bisogna consegnare alla giustizia i colpevoli e non gli innocenti, poi quei colpevoli non devono essere scarcerati".
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Stupro Caffarella: vacillano le accuse contro i romeni, indagini tutte da rifare?

RomaToday è in caricamento