rotate-mobile
Cronaca Ostia

"Te sei allargato troppo", gli spari dopo la lite stradale: ad Ostia regolamento di conti fra cognati dei boss

Il mandante dell'agguato al cognato di Roberto Spada è identificato nel cognato di Angelo Senese, fratello del boss detenuto Michele Senese detto 'O' Pazzo'

Questa volta non c'è un affare di droga saltato oppure un 'buffo' non pagato. Questa volta, l'ultima in ordine di tempo, ad Ostia si è sparato per una mancanza di rispetto. Un tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso, sottolinea l'accusa, tra due persone che vantano, per così dire, parentele importanti.

Da una parte Paolo Ascani, vittima e cognato di Roberto Spada. Dall'altra Girolamo Finizio 46enne cognato di Angelo Senese, subentrato al comando del clan Senese, e fratello del boss Michele Senese detto 'O Pazzo'. Una parentela che, con ogni probabilità, gli ha dato forza per organizzare il fatto di sangue.

Ostia, la pace tra clan non c'è più

D'altronde, come scrive il Pm nella richiesta cautelare disegna il contesto in cui è stata maturata la gambizzazione di Ascani, è chiaro: "Nonostante i tentativi da parte di figure criminali carismatiche come Michele Senese (Camorra napoletana), Francesco D'Agati (Mafia siciliana), Fabrizio Piscitelli (il noto Diabolik ucciso al Parco degli Acquedotti) e Salvatore Casamonica di imporre una cosiddetta 'pax mafiosa' finalizzata a favorire le attività illecite e in particolare quello che oggi è considerato il core business degli affari criminali ossia lo spaccio, si è assistito negli ultimi anni a numerosi fatti di sangue e danneggiamenti a locali del litorale". 

In sostanza Ostia è una polveriera e l'ultimo patto, quello di Grottaferrata, sembra ormai essere carta straccia dopo che Casamonica e Diabolik, per diversi motivi, sono ora fuori gioco. 

Ostia: blitz tra i palazzi popolari

"Er ciccione ha sparato per uccidermi, nun me lo scorderò mai"

Nell'ordinanza di custodia cautelare, il gip Bernadette Nicotra scrive che Girolamo Finizio e Adriano D'Arma (l'uomo che materiale ha fatto fuoco contro il cognato di Spada), si sono recati insieme nei pressi del luogo dove risiede Paolo Ascani per raggiungerlo volta sceso dall'auto.

"Mo' te 'mpari a fa' le prepotenze", gli ha detto Adriano D'Arma prima di sparare. Ma quali erano le "prepotenze"? Non si tratta di un affare criminale saltato, piuttosto una mancanza di rispetto dopo una lite stradale sul Lungomare di Ostia.

Parlando con un amico è lo stesso Ascani che, intercettato, lo conferma: "A Ste' se te solo due piotte o mezz'etto di roba e non ti pago, vengo da te e ti sparo. Ma pe' na freccia. Là, sul Lungomare poi". Poi aggiunge "Er ciccione (identificato poi con D'Arma) ha sparato per uccidermi, nun me lo scorderò mai. So salvo per miracolo. Me vojo fa 25 anni ma me la deve pagà". 

Gli spari in via Forni contro il cognato di Roberto Spada

Protagonisti di quell'alterco stradale Ascani, appunto, e Finizio. Il secondo, cognato di Senese, aveva riconosciuto il primo, cognato di Spada, e si era allontanato non senza prima avergli palesato la propria caratura criminale: "Ma 'o sai chi cazzo sono io?" e con la promessa di successive ritorsioni: "Però io e te se rivedremo". 

E così è stato. L'agguato viene studiato e premeditato secondo gli inquirenti: erano le 16.48 del 20 aprile quando Paolo Ascani, a bordo della sua auto in via Cagni viene avvicinato da Girolamo Finizio e Adriano D'Arma che pronuncia la frase: "Oh mo' te 'mpari a fa' le prepotenze", mentre estrae la pistola e "puntandola diritta verso Ascani Paolo tentava di ucciderlo. Tuttavia la pistola si inceppava e, nel tentativo di sbloccarla, Adriano D'Arma faceva partire un colpo che attingeva Ascani Paolo ad entrambe le gambe passandole da parte a parte".

Erano almeno in quattro i componenti del gruppo di fuoco: Finizio e D'Arma, appunto, l'uomo che li ha aiutati nella fuga (anche lui arrestato) ed una quarta persona ancora da bloccare. Ed il coinvolgimento di altre persone, tutt'ora ricercate, emerge dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Bernadette Nicotra.

Il video del blitz ad Ostia

L'agguato sarebbe stato commesso "con l'aggravante di aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall'articolo 416-bis del Codice penale - si legge - con l'adozione del metodo mafioso tanto nelle modalità esecutive - ovvero un attentato avvenuto in modo plateale, in pieno giorno nei pressi di uno dei pochi esercizi commerciali aperti - quanto per la contestualizzazione di una dinamica di contrapposizione tra associazioni criminali con finalità di controllo del territorio e al fine di affermare la supremazia dell'organizzazione criminale a cui appartengono gli indagati, rispetto agli appartenenti al clan Spada e a persone comunque legate agli apicali del clan come la vittima, per legami di affinità". 

Far west ad Ostia: cinque anni di agguati

Ma è possibile che ad Ostia si spari "solo" per una lite stradale? No, sarebbe sminuire un fatto grave. Non è infatti la prima volta che una persona vicina al clan Spada diventa bersaglio di un agguato.

Nell'ottobre del 2015, proprio nei pressi dello stesso supermercato dove è stato gambizzato Ascani, si è consumato un altro regolamento di conti che ha visto gambizzato Massimo Cardoni, noto malvivente appartenente alla famiglia dei 'Baficchio', raggiunto alle gambe da alcuni colpi d'arma da fuoco esplosi da appartenenti alla famiglia degli Spada, successivamente condannati per questo episodio nell'ormai noto processo Sub Urbe.

Blitz che poi ha dato il via alle operazioni Critical, Maverick ed Eclissi. Nel novembre del 2017 ignoti spararono diversi colpi di pistola, prima contro la porta di un appartamento di via Antonio Forni di un membro della famiglia Spada e poi contro un'auto in sosta in via Umberto Cagni.

Quello fu l'ultimo episodio di violenza che accade ad Ostia per un bel po', anche perché venne siglata una 'pax' con la benedizione di Salvatore Casamonica (che si faceva portavoce degli Spada) e di Fabrizio Piscitelli (portavoce del gruppo dei 'napoletani' capeggiato da Barboncino).

Ora, con Casamonica in carcere e Diabolik morto ammazzato al Parco degli Acquedotti, quella pace potrebbe essere saltata come dimostra anche l'ultimo agguato: chi ha le spalle coperte può permettersi di sparare e tentare di uccidere in pieno giorno. Soprattutto per i napoletani che da anni ambiscono al trono degli Spada.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Te sei allargato troppo", gli spari dopo la lite stradale: ad Ostia regolamento di conti fra cognati dei boss

RomaToday è in caricamento