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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Primavalle, spaccio al Lotto 29: smantellata la banda del 'Cipolla'

Secondo le indagini nell'organizzazione ideata dal 'Cipolla' all'interno del Lotto 29 partecipavano attivamente altri soggetti tra i quali tre dei figli dell'arrestato

Una vera e propria banda che gestiva lo spaccio al Lotto 29 di Primavalle. Una organizzazione con a capo lo spacciatore soprannominato il 'Cipolla', attualmente detenuto in carcere. Ieri mattina, al termine di una scrupolosa indagine, gli agenti della Polizia di Stato del commissariato Primavalle, diretto dal dottor Pietro Tortora, hanno eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di "traffico illecito di sostanze stupefacenti".

IL 'CIPOLLA' E I LEGAMI CON LA MALAVITA - L'attività d'indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, ha preso vita nei giorni successivi all'arresto del 'Cipolla'. Il 18 giugno scorso, gli investigatori della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato, lo avevano arrestato per "detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente".

Lo stesso si era rivelato essere persona di spicco nel mondo del narcotraffico, collegato alla criminalità organizzata calabrese operante nel limitrofo territorio di Montespaccato come risultato da attività info-investigativa, nonchè punto di riferimento capitolino per l'acquisto di cocaina per i tossicodipendenti ed i pusher di zona e non.

ORGANIZZAZIONE FAMILIARE - Quello che da subito gli investigatori hanno compreso è che, quanto emerso, costituiva solamente la punta dell'iceberg dell'organizzazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti ideata dal 'Cipolla' all'interno del Lotto 29 ed alla quale partecipavano attivamente altri soggetti, tra i quali tre dei figli dell'arrestato.

IL RUOLO DELLE SENTINELLE - Il teatro operativo all'interno del quale la gens si era arroccata per esercitare l'illecita attività era ed è tuttora costituito da un vero e proprio fortino sorvegliato da sentinelle ed impianti di videosorveglianza elettronici. In diverse occasioni gli interventi della Polizia, erano stati quindi sventati o resi vani proprio dai fischi e dalle urla di alcuni residenti che, a volte anche solo per ricevere in cambio una dose dell'ambita sostanza, vigilavano su eventuali ingerenze delle Forze dell’Ordine.

Inoltre, già in passato, i poliziotti in una occasione avevano provveduto a smantellare un'importante sistema di telecamere e monitor gestiti dal 'Cipolla' con medesime finalità.

DA PADRE IN FIGLIO - L'attività di spaccio di stupefacenti, inoltre, non ha mai subito arresti di sorta anche dopo l'arresto del capo clan, facendo riferimento, quindi, ai figli dello stesso. Da subito infatti gli investigatori avevano verificato che proprio uno di loro aveva incominciato a prendere contatti con i fornitori del padre. Ciò sia in merito alle frequentazioni di persone dedite al narcotraffico che di soggetti fornitori di servizi, quali videosorveglianze e bonifiche ambientali. Di fatto i tossicodipendenti, provenienti da diverse zone della Capitale, continuavano ad affluire numerosi al Lotto 29 per uscirvi dopo pochi minuti.

LE INDAGINI - Le forze dell'ordine, pertanto, hanno iniziato una serie di servizi di osservazione e controllo che, nonostante le descritte difficoltà causate dal contesto operativo, delineavano una "struttura organizzativa che per essere contrastata necessitava del coordinamento della locale D.D.A.".

In simbiosi pertanto con l'Autorità Giudiziaria, è stata attuata una certosina attività di indagine con una lunga serie di appostamenti e rapidi interventi ai margini del Lotto 29 che hanno consentito di recuperare la cocaina venduta ai tossicodipendenti nella piazza di spaccio e di ricevere informazioni e dichiarazioni molto precise nei confronti dei fratelli e di alcuni giovani a loro sodali nell'espletamento dell’illecita attività.

L'ACCUSA - Sui figli del 'Cipolla' e sui loro sodali si è concentrata l'attività degli investigatori che hanno proseguito nella mirata attività info-investigativa nei loro confronti per ben tre anni consentendo di costruire il castello probatorio sulla cui base la D.D.A. ha articolato una richiesta di "custodia cautelare in carcere per associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti" che, per quattro di essi, è stata accolta dal Giudice per le Indagini Preliminari.

VENDITA DI COCAINA - Nel corso dell'operazione, svolta con il contributo necessario della Squadra Cinofili della Questura di Roma che ha fornito il puntuale e valido supporto ai poliziotti del Commissariato di Primavalle nelle perquisizioni delegate per l'esecuzione delle ordinanze, un acquirente è stato trovato in possesso di una dose di cocaina che aveva ricevuto in cambio di soldi da uno degli arrestati sull'uscio dell'abitazione al momento occupata dal pusher.

Durante la perquisizione quest'ultimo è stato trovato in possesso di cocaina pronta alla vendita, bilancino di precisione, soldi e materiale per il confezionamento e, pertanto, è stato arrestato in "flagranza per spaccio di sostanze stupefacenti".

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