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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Simona Riso è caduta alle 6:30: testimoni sentono il tonfo ma nessun grido d'aiuto

Interrogati alcuni testimoni, gli inquirenti fissano l'orario della caduta alle 6 e 30, restringendo l'intervallo di tempo tra la telefonata della madre alle 4 e 30 e il ritrovamento del corpo alle 7

Una certezza c'è. Simona Riso è caduta dal tetto del suo palazzo alle 6:30. Il corpo della 28enne viene ritrovato dalla vicina di casa alle 7 del 30 ottobre. Un caso che da giorni occupa cronache locali e nazionali, giorni e giorni nel tentativo di ricostruire la sequenza temporale degli eventi. La sveglia telefonica della madre, alle 4 e 30, forse dei messaggi scambiati su whatsapp e poi il vuoto. Ora sappiamo che la ragazza è precipitata alle 6:30. Gli inquirenti hanno fissato l'orario. 

A confermarlo alcuni testimoni, un gruppo di religiosi che abitano di fronte alla palazzine di via Urbisaglia, dove si trova la canonica della vicina parrocchia della Natività. Sentiti dagli inquirenti hanno raccontato di aver "sentito a quell'ora un tonfo" ma di non aver "udito grida di aiuto" e "avendo visto alcuni gatti rincorrersi" hanno pensato ad una caduta di qualche oggetto, "non di un corpo". 

Queste testimonianze sembrano allontanare l'ipotesi che la ragazza possa essere stata oggetto di una aggressione e assottigliando quello spazio temporale tra la telefonata con la madre e la caduta. Spazio che comunque resta di almeno di un'ora. Detto questo l'ipotesi che si fa strada sempre di più è che la ragazza da quel terrazzo si sia lanciata. 

C'è che, tra amici e familiari, continua a sostenere che ultimamente "stava bene". Che qualcuno l'ha uccisa. Ma la ragazza aveva un passato travagliato. E dietro il sorriso che si vede in tutte le foto che girano di lei pare che si nascondesse una sofferenza lontana, pronta continuamente a riemergere. 

L'attività di indagine infatti sta scandagliando la vita personale della ragazza. Il pm Attilio Pisani, con il coordinamento del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, sta cercando di ricostruite il suo passato psichiatrico-terapeutico. Obiettivo è capire se quanto avvenuto possa essere legato a un trauma, anche lontano nel tempo, subito dalla ragazza e che forse qualcuno della sua famiglia conosceva. 

Simona, infatti, è stata seguita negli ultimi anni da alcuni specialisti anche alla luce di atti di autolesionismo. Gesti drammatici forse legati ad una violenza subita anni fa. E quella frase detta al personale del 118, "sono stata violentata", che forse non si riferiva a un abuso recente ma a un trauma passato che la giovane non avrebbe mai elaborato. E tanto più doloroso perchè inflitto da chi le era vicino e di cui si fidava. 

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