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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centocelle / Via delle Acacie, 56

Polizia a Centocelle e Anagnina: nuovi sgomberi nei palazzi sotto sequestro

Ad un mese di distanza dai sequestri disposti dalla Procura, la polizia torna a sgomberare le palazzine di via della Acacie 56 e via Tuscolana 1113

Ad un mese di distanza dai sequestri disposti dalla Procura, la polizia torna a sgomberare le palazzine di via della Acacie 56 e via Tuscolana 1113.

Le forze dell'ordine hanno liberato i due immobili sequestrati il 19 marzo scorso durante un'operazione della Digos coordinata dalla Procura, nell'ambito di un'inchiesta sui Movimenti per il diritto all'abitare. Il 19 marzo scorso, nella stessa operazione erano stati posti i sigilli anche all'Angelo Mai in via delle Terme di Caracalla. Per i due edifici interessati dallo sgombero, dopo la prima operazione della Polizia del 19 marzo scorso il Tribunale aveva concesso la sospensione del sequestro e gli occupanti erano rientrati.

In particolare in via delle Acacie lo sgombero è iniziato alle 8.30. La Polizia ha chiesto alle famiglie di abbandonare il palazzo. I residenti però hanno protestato perché dicono di aver concordato con l'assessore Ozzimo un piano di uscita a blocchi a partire dal 23 aprile. Agli occupanti è stata proposta una soluzione in due strutture convenzionate dal comune e di proprietà dell'Arciconfraternita, una in zona Boccea e l'altra in zona Torre Angela.

Dall'assessorato alla Casa capitolino fanno sapere di aver trovato una soluzione per tutte le famiglie:“Con le operazioni di questa mattina in via delle Acacie e via Tuscolana il Campidoglio ha mantenuto la parola data lo scorso 19 marzo quando, in seguito allo sgombero dei due stabili occupati, grazie all'intervento del sindaco ne era stato sospeso temporaneamente il sequestro, per dare il tempo all’amministrazione di individuare una soluzione alternativa per le famiglie che li occupavano” si legge in una nota dell'assessore alla Casa Daniele Ozzimo. “Stiamo garantendo l’assistenza alloggiativa a tutti i nuclei, circa 60, in strutture convenzionate in diverse zone della città. Il trasferimento era stato preventivamente comunicato per rendere meno traumatico il passaggio, anche in considerazione della presenza di circa 50 minori”. Conclude la nota: “La fatica con cui abbiamo costruito queste soluzioni testimonia come il tema dell’emergenza abitativa richieda ben altri strumenti per essere affrontato, rispetto a quelli attualmente a disposizione delle amministrazioni locali. Rimane da parte nostra il massimo sforzo a non lasciare mai nessuno da solo e ad andare incontro alle esigenze delle persone in reali condizioni di difficoltà economiche e sociali”.

Agli occupanti però la formula del 'residence' non è piaciuta: "Proprio noi che vogliamo la chiusura dei residence, uno sperpero di denaro pubblico, siamo costretti ad andarci, con la morte nel cuore" hanno dichiarato. Polemiche da parte dei movimenti anche sulle modalità dello sgombero, che "poteva essere fatto in maniera diversa". Commenta Paolo Di Vetta dei Blocchi precari metropolitani: "Ancora una volta è stata necessaria la prova dei muscolare delle forza pubblica. Questo non abbassa la tensione, la alza. E' un brutto segnale". Poi aggiunge: "Doveva essere l'amministrazione comunale a gestire direttamente la questione, dato che oggi scadeva la 'tregua' dopo il parere negativo della magistratura al dissequestro, e le due strutture andavano perciò riconsegnate".

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