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Cronaca

Camorra a Roma, sequestrati 20 milioni di euro di beni al clan Mallardo

Le imprese, scoperte nell'operazione Domus Aurea 2, riconducibili ai tre soggetti riciclavano e reimpiegavano i proventi delle molteplici attività delittuose del clan

Immobili, beni aziendali, partecipazioni societarie, autoveicoli e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 20 milioni di euro, sono stati confiscati oggi dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma a fiduciari e "prestanome" del clan camorristico Mallardo. Le imprese riconducibili ai tre soggetti e scoperte durante l'operazione Domus Aurea 2 riciclavano e reimpiegavano i proventi delle molteplici attività delittuose del clan, egemone nel comune di Giugliano in Campania e nei territori limitrofi.

La confisca, disposta dal Tribunale di Roma – Sezione Specializzata per le Misure di Prevenzione, interviene a distanza di circa tre anni da una serie di sequestri eseguiti nei confronti dei citati proposti all’esito di laboriose indagini di polizia economico-finanziaria, avviate nel corso del 2013 dal G.I.C.O. (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia.

"In tale contesto, venivano confermate e valorizzate evidenze investigative di pregresse indagini di polizia giudiziaria, dirette dalla Procura della Repubblica di Napoli, nel cui ambito erano state approfondite le dichiarazioni rese da diversi collaboratori di giustizia circa l’esistenza di una cellula camorristica federata con il noto clan, con ramificazioni estese fino alla Capitale", rende noto la Finanza.

Gli accertamenti patrimoniali hanno permesso di ricostruire "un vero e proprio gruppo imprenditoriale", composto da diverse società attraverso le quali i "destinatari della confisca hanno effettuato ingenti investimenti, principalmente nel settore delle costruzioni edilizie nonché in quello della distribuzione di combustibile per uso domestico, il tutto per conto della predetta organizzazione camorristica".

Partendo dalle rivelazioni dei collaboratori di giustizia, è stato inoltre svelato il così detto "sistema dei mutui", utilizzato per l’effettuazione degli illeciti investimenti (ingiustificati sotto il profilo economico), volto a dare loro un’apparente liceità allo scopo di eludere eventuali provvedimenti ablativi. La holding criminale ha, in tal modo, accumulato un enorme patrimonio mobiliare ed immobiliare, del tutto incongruente con i redditi dichiarati dagli interessati.

L’odierno provvedimento del Tribunale conferma la solidità dell’impianto accusatorio formulato dalla D.D.A. capitolina, sia per quanto concerne la qualificata "pericolosità sociale" dei tre proposti ai quali è già stata applicata la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza sia in ordine alla manifesta sproporzione tra il patrimonio mobiliare, immobiliare e societario riconducibile ai medesimi e la loro modesta situazione reddituale. 

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