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Cronaca

Ostia: sequestrata palestra di Roberto Spada e la pompa di benzina dell'agguato a Romoletto

Tra i beni finiti sotto sequestro una villa in stile liberty del valore di 800mila euro

C'e' anche la Femus Boxe, palestra teatro nel novembre scorso della testata al giornalista Rai della trasmissione Nemo, Daniele Piervincenzi (qui il video), nella lista degli immobili e beni mobili sequestrati oggi al clan Spada.

L'operazione Apogeo, coordinata dalla Dda ed eseguita dalla Guardia di Finanza, ha posto i sigilli a diciotto società, quattro ditte individuali, quote societarie, sei associazioni sportive di Ostia, quattro immobili e poi auto, moto, conti correnti, rapporti assicurativi, azioni. Il tutto per un valore complessivo di 19 milioni di euro. Un patrimonio ritenuto "assolutamente sproporzionato" rispetto agli irrisori redditi dichiarati. 

Tra i beni finiti sotto sequestro anche un distributore di benzina all'Idroscalo di Ostia in cui nel novembre 2016 si consumò il tentato omicidio di Carmine Spada, detto 'Romoletto' (qui l'episodio), e una villa in stile liberty del valore di 800mila euro in cui abitava lo stesso boss. I beni  posti sotto sequestro, secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, sono riconducibili al clan anche se in gran parte intestati ad altre 47 persone apparentemente estranee al contesto criminale. 

L'operazione Apogeo a Ostia

L'operazione Apogeo a Ostia

Gli accertamenti della Guardia di Finanza di Roma si sarebbero basati anche sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Secondo quanto accertato, i vertici del clan, oltre a palesare un tenore di vita del tutto spropositato rispetto alle loro attività reddituali, hanno "inquinato" l'economia legale di Ostia reimpiegando i profitti delle attivita' illecite attraverso prestanome compiacenti a cui avrebbero intestato una serie di imprese e associazioni sportive.

Il decreto di sequestro riguarda i beni riconducibili a Carmine Spada, alias Romoletto, considerato capoclan, Ottavio, Armando e Roberto Spada, e Claudio Galatioto che, secondo gli inquirenti, avrebbe gestito le società riferibili al clan e intestate ai prestanome. "Privare le organizzazioni criminali delle loro ricchezze significa privarle della loro potenza criminale", ha detto Michele Prestipino, procuratore aggiunto della Dda di Roma. 

Le immegini del blitz: il video

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