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Cronaca Centro Storico / Via Vittorio Veneto

Operazione Dolce Vita: sequestrati disco pub e ristoranti

Tra i beni sequestrati dalla Finanza anche un ipermercato, una autorimessa e beni per un valore di 30 milioni di euro

Da viale Vittorio Veneto a via del Tritone, passando per via Cavour ed il Colosseo. Blitz dei finanzieri del Comando Provinciale di Roma che hanno sequestrato beni per un valore di oltre 30 milioni di euro ad un imprenditore romano di 68 anni. L'Operazione Dolce Vita ha portato le Fiamme Gialle a dare esecuzione al decreto con cui il locale Tribunale - Sezione Specializzata Misure di Prevenzione ha disposto il sequestro di rinomati ristoranti e bar situati in prestigiose zone della Capitale, oltre a un disco club con brand internazionale, un ipermercato, un’autorimessa, immobili, autoveicoli, beni aziendali, partecipazioni societarie e disponibilità bancarie per un valore complessivo di circa 30 milioni di euro, riconducibili all'imprenditore.

I LOCALI SEQUESTRATI - I locali sequestrati, alcuni dei quali evocano i fasti della dolce vita romana – di qui il nome all’operazione – sono tutti ubicati in luoghi ad alta frequentazione turistica: il Cafè Veneto, di via Veneto; il Barrique, di via Cavour; lo Squisito Chalet, zona Eur; All bi one, di via Cavour, zona Fori Imperiali; Subura Miscela e Fuoco, di via Cavour, zona Fori Imperiali; Toy Room, disco club con brand internazionale, di via Veneto; l’attiguo Franky's Kitchen; lo Squisito Cook, di via del Colosseo; il White Cafè, di via del Tritone; Gustando Roma, di via Cavour; Il Molo (ex Bastianelli al Molo), di Fiumicino, e da oggi saranno gestiti da amministratori giudiziari nominati dal Tribunale di Roma.

L'IMPRENDITORE ROMANO - L’odierna attività si inserisce nel contesto di una più ampia indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica e ha consentito di individuare in Aldo Berti, classe 1949, già noto alle Forze di Polizia e già condannato dal Tribunale capitolino per reati fallimentari, il reale dominus di un articolato sistema societario attraverso il quale ha "schermato", nel tempo, un ingente patrimonio – del tutto sproporzionato rispetto alla sua capacità reddituale – frutto del reimpiego dei proventi dell’attività delittuosa e, soprattutto, di una pianificata evasione fiscale e contributiva che gli ha consentito di sottrarre al Fisco e all’INPS oltre 50 milioni di euro.

PRESTANOME - Al 68enne è riconducibile, di fatto, la gestione di 23 società, formalmente intestate a compiacenti "prestanome", le quali, attuando un complesso sistema di partecipazione al capitale, assunzione e dismissione di cariche societarie, nonché fittizie acquisizioni e cessioni di azienda, hanno sistematicamente omesso la presentazione delle dichiarazioni fiscali e il versamento delle ritenute e dell’Iva ed effettuato indebite compensazioni tributarie, per poi cedere il passo, dopo due o tre anni di operatività, a nuovi  soggetti giuridici destinati a replicare lo stesso meccanismo di frode.

23 SOCIETA' - L’odierna attività ha consentito il sequestro: del capitale sociale e dell’intero patrimonio aziendale di 23 società, gran parte con sede a Roma, operanti prevalentemente nel settore della ristorazione, della somministrazione di alimenti e bevande e della grande distribuzione; di quote di partecipazione al capitale di altre 3 società; di 1 ipermercato; di 9 unità immobiliari; di 1 autorimessa per parcheggio ad ore; di 9 veicoli; di conti correnti e titoli, per un valore complessivo di stima pari a circa 30 milioni di euro.

"SOGGETTI SOCIALMENTE PERICOLOSI" - Il provvedimento ablativo eseguito dagli specialisti del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma dimostra, ancora una volta, l’efficacia dell’azione sinergica dell’Autorità Giudiziaria e della Guardia di Finanza nell’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati dai soggetti "socialmente pericolosi".

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