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Cronaca Esquilino

Via Tasso: scritte antisemite al museo della liberazione

La scoperta questa mattina. Sul muro, con una bomboletta nera, vergate le seguenti scritte: “Olocausto propaganda sionista” e "27/01: ho perso la memoria". Affianco una croce celtica

Proprio nel giorno della memoria, proprio in un luogo simbolo per gli ebrei romani e italiani. Scritte antisemite sono apparse questa mattina sul muro del museo della Liberazione di via Tasso a Roma.

Le scritte, lunghe quasi due metri e realizzate con una bomboletta spray nera, sono state notate e segnalate questa mattina. Sui muri vergate le seguenti scritte: “Olocausto propaganda sionista" e "27/01: ho perso la memoria". Accanto, a firma del gesto, una croce celtica.

Imbrattata anche la targa di marmo posta all'ingresso del Museo. Le scritte sono state rimosse grazie all'intervento di mezzi del servizio decoro dell'Ama.

Dura la reazione del sindaco Alemanno: "Le scritte costituiscono un atto gravissimo, un'offesa senza pari al rispetto della persona umana. Purtroppo mentre aumenta la consapevolezza storica condivisa al fine di non ripetere la tragedia della Shoah, c'é ancora qualche criminale che si spinge a oltraggiare la Memoria solo per ottenere visibilità mediatica. Deve essere chiaro a tutti che non ci saranno sconti per chi offende la vita predicando l'odio e l'intolleranza. Nel rivolgere un appello
agli inquirenti perché individuino al più presto i responsabili, voglio esprimere, a nome mio e di tutta l'Amministrazione, la solidarietà al presidente del Museo di Via Tasso, Antonio Parisella, e a Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, per questo ennesimo atto infame".


Il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Bruno Astorre altrettanto duramente commenta:. "Condanniamo con forza tali comportamenti che - aggiunge - di contro rafforzano l'importanza di commemorazioni come quella odierna e dimostrano l'urgenza di educare alla cultura del rispetto dell'altro soprattutto le giovani generazioni. La Giornata della Memoria, che ricorda la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz del 27 gennaio 1945, ha un significato che vale per la Comunità ebraica ma soprattutto per chi ebreo non è. E' un segno portatore di ricordi, sofferenze, valori che sono parte integrante anche della storia del nostro Paese. La consapevolezza dei crimini compiuti deve essere la base per la costruzione di un futuro senza più violenze".
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