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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Rubavano abiti di marca su ordinazione per poi rivenderli: giro d'affari di 10mila euro al mese

L'operazione, denominata Vecchio Cashmere, ha portato allo smantellamento di una vera e propria banda multi etnica. Il furto degli abiti era, talvolta, commissionato da privati secondo precise indicazioni

Prendevano gli ordini da privati secondo precise indicazioni circa il modello, la marca, il colore, la taglia ed il tessuto poi rubavo capi d'abbigliamento di marca e li rivendevano. Dalle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Stazione Roma Medaglie d’Oro hanno eseguito 6 provvedimenti cautelari personali e 7 perquisizioni domiciliari, tutti nella provincia di Roma, a conclusione di un’operazione denominata Vecchio Cashmere.

Tre persone sono state poste agli arresti domiciliari (un cittadino cileno, uno spagnolo e una donna romena) mentre per altre 3 (un uomo e due donne italiani) è scattata la misura dell’obbligo di firma. Gli indagati, in totale 7, sono accusati, a vario titolo, di "associazione per delinquere finalizzata al furto ed alla ricettazione". 

LA BANDA - L'attività investigativa coordinata dalla dottoressa Tiziana Cugini, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, è stata interamente condotta dai Carabinieri della Stazione Roma Medaglie D'Oro che, tra febbraio e aprile di quest’anno, sono riusciti a circostanziare le attività illecite dello gruppo.

La banda era riuscita ad allestire un remunerativo sistema criminale incentrato sul furto e la ricettazione di capi di abbigliamento pregiati. Uno dei malviventi era stato già denunciato a piede libero per tentato furto aggravato, perché sorpreso mentre stava tentando di appropriarsi di 2 costosi cappotti marchiati Fay e Moncler in una boutique in zona Balduina.

I FURTI - Ogni giorno, gli indagati individuavano il negozio da colpire e scelti gli abiti da rubare in base alle richieste dei loro clienti, mettevano a segno il furto utilizzando una borsa schermata, in grado, cioè, di eludere il segnale dei dispositivi elettronici antitaccheggio. A furto compiuto, il principale esponente del sodalizio criminale si occupava dell’immediata vendita della refurtiva a privati.

IL GUADAGNO - Il giro d’affari stimato dai Carabinieri si aggirava intorno ai 10 mila euro mensili. Nel corso dell’operazione e delle perquisizioni di questa mattina, i Carabinieri hanno recuperato merce griffata, rubata dalla banda, per un valore totale di circa 100 mila euro.


 

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