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Cronaca

Roma Tpl, bloccato il deposito della Maglianella: Boccea e Monte Mario nel caos

Una protesta che sta lasciando a piedi l'intero quadrante nord ovest di Roma, dove i mezzi di periferia gestisti dal consorzio sono numerosi

Esplode in tutta la sua drammaticità la protesta dei lavoratori della Roma Tpl. Affamati da stipendi in ritardo, preoccupati dalle notizie di licenziamenti e umiliati dalla mancanza di mezzi (leggi carburante) per andare avanti, questa mattina un centinaio di persone hanno deciso di fermare i mezzi del deposito della Maglianella e di non uscire. 

Una protesta spontanea che sta lasciando a piedi l'intero quadrante nord ovest di Roma, dove i mezzi di periferia gestisti dal consorzio sono numerosi. Solo nel deposito di Maglianella sono in servizio circa 150 bus. Molti i ragazzi e i lavoratori bloccati alle fermate per i mezzi che da questa mattina non sono scesi in strada. La protesta è proseguita per tutta la giornata e nella notte un presidio di lavoratori rimarrà all'interno del deposito. Per martedì mattina, alle 4, invece è stata indetta un'assemblea di Cgil, Cisl e Uil presso il deposito di via Raffaele Costi. 

La protesta di stamattina non stupisce i sindacati. "L'insofferenza dei dipendenti della Roma Tpl cresce di giorno in giorno perché la situazione sta diventando insostenibile" commenta Ilario Ilari dell'Unione sindacale di base, organizzazioine che ha indetto lo sciopero di venerdì scorso. "Se sul tavolo non verranno trovate soluzioni in tempi rapidi è destinata a crescere". Il malumore del deposito di Maglianella non è isolato. "Molti colleghi si stanno rifiutando di coprire con turni straordinari le tratte bloccate questa mattina". 

Per domani mattina è in programma presso il deposito di via Raffaele Costi un'assemblea sindacale di Cgil, Cisl e Uil: "E' stata indetta per le 4 del mattino in modo tale da permettere ai colleghi che iniziano a lavorare alle 4 e mezza di partecipare" spiega Marco Rodari rsu della Filt Cgil. "Il malumore tra i lavoratori è altissimo". In primis per l'ennesimo ritardo nel versamento degli stipendi. "Quello di ottobre è in ritardo di 24 giorni: c'è chi ha problemi con il mutuo, chi con l'affitto, chi addirittura fa fatica a pagare la benzina per raggiungere il posto di lavoro. Stiamo parlando di stipendi che si aggirano attorno ai mille euro, alcune famiglie sono davvero sul lastrisco" continua. "Non è possibile che un'azienda che gestisce il 30% del servizio pubblico capitolino, circa 80 linee in totale, a meno di venti giorni dal Giubileo sia ridotto in questo modo. Abbiamo chiesto anche un incontro urgente al commissario Tronca, ma non c'è più molto tempo per aspettare una soluzione". 

Micaela Quintavalle del sindacato CambiaMenti M410: "Non è più possibile elemosinare uno stipendio guadagnato onestamente. Abbiamo figli da sfamare e da far studiare. Chiediamo solo di poter lavorare dignitosamente" ha denunciato. "Quella di oggi è una mobilitazione scoppiata al di fuori dell'organizzazione dei sindacati. Non è detto che presto altri depositi possano decidere di seguire lo stesso esempio".  

LICENZIAMENTI - Non solo il ritardo degli stipendi alla base del malcontenti dei lavoratori Tpl. Ad aumentare la tensione, l'apertura di una procedura di licenziamento collettivo per 143 dipendenti sugli 850 totali, avvenuta il 9 novembre scorso. Tra loro nessun autista ma prevalentemente personale amministrativo e qualche 'operativo' tra verificatori e ausiliari del traffico. "Con questa azione sono stati ridotti drasticamente il controllo e l'assistenza sul territorio: 55 ausiliari alla mobilità su 81 sono stati dichiarati in esubero, così come 55 addetti all'esercizio su 99" spiega Rodari. Tra le motivazioni addotte dall'azienda, che gestisce per conto di Atac le linee bus periferiche romane, c'è la perdita dell'esercizio notturno delle linee, circa 3 milioni di chilometri in totale, decisa dal Comune di Roma nel 2014 per razionalizzare i costi reinternazionalizzando il servizio.

RIDUZIONE DELLO STIPENDIO - Questa decisione era stata preceduta nel maggio del 2014 dall'apertura di una procedura di licenziamento per 338 persone che aveva poi dato avvio al contratto di solidarietà. "Questo ha creato una perdita economica mensile di circa 200/300 euro mensili" spiega Rodari. E ancora. "E' stato sospeso il premio di risultato aziendale, ad ottobre 2014, che ha alleggerito le retribuzioni di altri 150 € circa mensili". Infine il mancato versamento delle indennità Erg che tra la mancata erogazione e il "recupero" pesa sullo stipendio di "circa altri 140 euro".

L'AZIENDA - Nonostante gli incontri in Prefettura tra l'azienda e l'ex assessore alla Mobilità capitolino Stefano Esposito, una soluzione per stabilizzare la situazione non è stata trovata. Martedì 10 novembre l'azienda aveva diffuso una lettera drammatica. Nel documento il consorzio si riferisce a due note con cui, secondo chi scrive, il Comune di Roma “si era impegnato al pagamento puntuale, ai primi giorni del mese, delle somme spettanti per l'esecuzione del servizio di trasporto locale”. Al contrario “ad oggi per quanto di nostra conoscenza, risultano in sospeso presso il Dipartimento mobilità” diverse determine. In primis gli stipendi di ottobre, già in ritardo di una quindicina di giorni, la determina “di impegno di spesa per l'anno 2015 dei corrispettivi relativi al contratto di servizio” e infine quella “di pagamento degli oneri del Ccnl per circa 43 milioni di euro”. Poi le possibili conseguenze. “La scrivente società verte in una grave situazione finanziaria che non consente l'erogazione delle competenze stipendiali del mese di ottobre nonché l'approvigionamento del carburante” continua la lettera. “Al fine di scongiurare eventuali gravi ripercussioni nell'esecuzione del servizio, si richiede un incontro urgente nel quale verranno esposte ulteriori gravi problematiche che ad oggi non hanno avuto risposta”. 

BUS SENZA CARBURANTE - Giovedì scorso, 19 novembre, le conseguenze si erano di fatto concretizzate. "Alcune vetture della Roma Tpl sono state costrette a sospendere il servizio nelle ore di punta e a rientrare in deposito per fare rifornimento", denuncia il consigliere M5s Enrico Stefano. Il M5S chiede al commissario di intervenire: "Sulla vicenda il M5S Roma aveva presentato numerose interrogazioni urgenti al Sindaco. Va inoltre ricordato che gli autisti percepiscono gli stipendi con notevole ritardo. Chiediamo al Commissario Tronca di intervenire per evitare quello che siamo costretti a definire una vera e propria interruzione di pubblico servizio". 

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