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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Il centro di Roma in mano ai fantasmi: scoperte 2500 società intestate a clochard

Il giro è emerso dai controlli incrociati che da un anno a questa parte effettuano la Polizia Locale, il Dipartimento capitolino Attività Produttive e la Camera di Commercio

Ristoranti, ambulanti, attività commerciali, ditte di pubblicità, tutti operanti in centro. Un proliferare di aziende, invidiate da tutti perché operative nel centro della Capitale. Chi è il fortunato proprietario? Un senzatetto. Dove abita? Alla mensa dei poveri. Un marchingegno all'italiana per aggirare il fisco che da anni coinvolge migliaia di locali romani del centro storico. 

Sì, intestando la ragione sociale ai clochard, e usandoli dunque come prestanome e dando come indirizzo i centri e le mense dei poveri presso cui gli intestatari hanno residenza, i veri proprietari delle attività hanno reso di fatto impossibili notifiche e consegne di bollettini e cartelle esattoriali. Per anni insomma avrebbero evaso totalmente il fisco

Un fenomeno iniziato negli anni ’90 ma recentemente esploso, fino a raggiungere le 2.500 società fantasma. Dietro queste, tutte con recapito presso mense Caritas, centri d’accoglienza e onlus di volontari, ci sono ristoranti, agenzie pubblicitarie, ditte edili. Il giro è emerso dai controlli incrociati che da un anno a questa parte effettuano la Polizia Locale, il Dipartimento capitolino Attività Produttive e la Camera di Commercio.

Un dossier che prende corpo ora, ma che non nasce oggi: nel 2010 il Ministero dello Sviluppo Economico aveva chiarito con un proprio parere l’inammissibilità, per un’impresa, di avere un indirizzo legale non reperibile. E a inizio 2014 la situazione è stata comunicata al Registro delle Imprese e alla Camera di Commercio, che da allora non consentono più registrazioni di imprese presso indirizzi “virtuali”. Ciononostante il fenomeno, emerso con forza nel 2009, resta rilevante e riguarda soprattutto commercio e attività produttive (circa 1.700 casi su 2.500).

La lista delle società fantasma, con gli indirizzi incriminati, è stata consegnata alla Camera di Commercio dall’assessore capitolino Marta Leonori. Dopo lo stop già imposto, con l’inizio del 2015 “saranno cancellate tutte le 2.500 attività dal Registro delle Imprese, ad ogni singola società sarà comunicato perché viene sospesa e a quel punto potranno trasferire la sede legale presso un indirizzo reale o presentare delle controdeduzioni", spiega l’assessore Leonori. “Le indagini per accertare reati finanziari e penali cammineranno di pari passo”. Centri e associazioni di volontariato sostengono fortemente le cancellazioni, anche per evitare problemi ai propri ospiti.

Qualche cifra per chiarire le dimensioni del fenomeno: al solo indirizzo “virtuale” di via Dandolo, dove ha sede la Comunità di Sant'Egidio, corrispondono 1.203 società fittizie. Tra le 1.700 attività commerciali e produttive coinvolte nel giro, 686 sono le ditte ambulanti, 415 quelle che si occupano di allestimenti (vetrine, stand, banchi), 327 le ditte di pubblicità (volantini ecc.), 179 le ditte specializzate in vendite porta a porta, 166 le imprese di edilizia e manutenzione. Non manca il terziario col pedigree: in lista ci sono anche 144 imprese di traduzioni e interpretariato e 42 aziende di consulenza informatica".

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