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Cronaca

Tangenti filobus, Mancini andrà agli arresti domiciliari. "Restituiti 80mila euro"

L'ex ad di Eur spa Riccardo Mancini sconterà la sua pena a Sabaudia. E' indagato all'interno dell'inchiesta sulla fornitura di di 45 filobus

L'ex amministratore delegato di Eur spa, Riccardo Mancini, andrà agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il gip Stefano Aprile sulla base di un'istanza degli avvocati Luciano Moneta Caglio e Pierpaolo Dell'Anno. Mancini era stato arrestato il 25 marzo scorso nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per la fornitura di 45 filobus al Comune di Roma. L'indagato quindi sconterà la sua pena a Sabaudia, con l'obbligo di non comunicare con persone diverse da quelle che vivono con lui o che lo assistono.

Secondo quanto scrive il Gip Stefano Aprile, Riccardo Mancini “ha provveduto a restituire alla persona offesa (Breda Menarinibus spa) la somma di 80 mila euro (della quale aveva ammesso la indebita percezione) nonchè a mettere a disposizione della medesima società, mediante iscrizione di ipoteca volontaria sugli immobili di sua proprietà, un'ulteriore ed ingente somma di danaro finalizzata a risarcire la parte offesa”. Nel concedere i domiciliari il giudice ha inoltre sottolineato che “non risultano essere venute meno le esigenze cautelari descritte nel provvedimento applicativo della misura” restrittiva.

Parere contrario alla concessione degli arresti domiciliari invece da parte dei pubblici ministeri Paolo Ielo e Giuseppe Cascini, che hanno coordinato l'inchiesta che ha portato alla luce una maxi tangente da 600mila euro che sarebbe stata versata dall'ad della Breda Menarinibus, Roberto Ceraudo, azienda che si era aggiudicata i lavori da parte del comune di Roma.

Proprio ieri, l'ultimo capitolo della vicenda sulle tangenti per la fornitura di autobus per il filobus. Si è conclusa l'indagine su uno dei tanti risvolti della vicenda. Coinvolti lo stesso Riccardo Mancini e il dirigente dell'Ati Patrizio Monaco. L'accusa è tentata estorsione. Entrambi avrebbero infatti fatto pressione minacciando il manager di un altro consorzio di trasporti interessato all'appalto, per indurlo a rinunciare ad un ricorso con il quale intendeva contestare la regolarità della concessione dell'appalto.

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