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Cronaca

Rebibbia: "Un agente a padiglione e un defibrillatore in tutto il carcere"

La denuncia è del segretario generale dell'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), Leo Beneduci. "A Rebibbia cento unità di polizia in meno"

Tre giorni fa un detenuto di Rebibbia si è impiccato. Uno dei tanti decessi che avvengono dietro le sbarre del penitenziario, simbolo spesso di un disagio intollerabile. Dall'Osapp  (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) si leva l'ennesima voce di protesta contro una gestione delle carceri "che aspetta urgentemente interventi concreti".

"Un tempo Rebibbia era il fiore all'occhiello dell'amministrazione penitenziaria" racconta Leo Beneduci, segretario generale del sindacato "era il carcere dove si facevano attività, dove il detenuto veniva davvero riformato, oggi tutto questo è sparito".

Il carcere, a detta del segretario, sarebbe assolutamente lontano da quella funzione di reinserimento sociale che si è prefitto con la modernità. E la mancanza di personale di polizia - che avrebbe funzioni anche sul piano della rieducazione - sarebbe tra le cause. O meglio, metà causa e metà conseguenza dello sfacelo. Mancano poliziotti e ci sono più detenuti di quanti la struttura potrebbe contenerne. Insomma, parlando di sovraffollamento non diciamo niente di nuovo. 1218 posti per 1776 detenuti a Rebibbia, 725 per 1050 a Regina Coeli, 257 per 411 a Rebibbia Femminile. E peggio ancora se si passa al numero di  agenti: 860 previsti a Rebibbia e 660 presenti, 640 previsti a Regina Coeli e 490 presenti.

Oggi a Rebibbia mancano duecento agenti di polizia penitenziaria: "Non si può stare con un agente a padiglione, è inammissibile". La diminuzione dell'organico è conseguenza e dei tagli governativi e dell'abbandono per raggiunto limite di età degli agenti in servizio. "Il punto è che il blocco del turn over ci impedisce di riassumere. Perdiamo personale che non possiamo riacquisire".

'Malagestione' che secondo Beneduci riguarderebbe anche gli interventi sanitari nelle mura del penitenziario. "Vi pare la normalità che ci sia un solo defribillatore in tutto il penitenziario?". Insomma, questo il quadro certamente poco roseo. Difficile individuare delle responsabilità oggettive ma il messaggio di Osapp è chiaro e si rivolge al nuovo esecutivo.

"Come rappresentanti del personale e addetti noi stessi agli istituti di pena, ci auguriamo - conclude Beneduci - che la Ministro Cancellieri non chiuda la porta ad alcuna delle soluzioni possibili e necessarie, compresa l'integrale riforma del sistema, delle sanzioni che vi si scontano e della Polizia Penitenziaria che ne garantisce il funzionamento".

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