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Cronaca

Carceri: esplodono le proteste e le concessioni

A Regina Coeli detenuti battono oggetti contro le sbarre. Esplose anche alcune bombole di gas. A Rebibbia per il caldo celle aperte tutto il giorno. Gli agenti penitenziari però non ci stanno: “Non eccedere con il buonismo”

Si fa incandescente la situazione nelle carceri romane. Ad accendere ulteriormente la situazione è il gran caldo di questi giorni che, unito al sovraffolamento, sta trasformando in polveriere sia Rebibbia che Regina Coeli.

Proprio in quest'ultima struttura carceraria è esplosa nel pomeriggio la rabbia dei detenuti che hanno cominciato una protesta orchestrata dalla battitura ritmica di oggetti contro le sbarre delle celle. E' anche esplosa qualche bomboletta di gas in dotazione ai fornelli da campeggio

La protesta è esplosa nella terza sezione del penitenziario della Capitale e nel giro di poco tempo si è allargata anche alla sesta. Nessuna protesta, ma delle concessioni dovute al gran caldo a Rebbibia. Le detenute hanno chiesto e ottenuto l'apertura delle celle non solo durante l'orario della socialità ma dalla mattina alla sera. Libero anche l'accesso alle docce.

Contro queste concessioni si schiera il segretario generale dell'Osapp, Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria, Leo Beneduci: “Attenzione a non eccedere con il buonismo: tutte le concessioni che vengono fatte ai detenuti si ripercuotono inevitabilmente sul personale di polizia penitenziaria".

L'Osapp che già in un'intervista a Roma Today aveva denunciato la carenza di personale, torna a puntare l'indice contro i pochi agenti: “Siamo sottorganico di cinquemila unità, ridotti ancor di più all'osso dalle ferie estive”.

Beneduci lancia infine un allarme sui soccorsi ai detenuti in caso di malore: “Non va sottovalutato il fatto che ad intervenire in caso di malori in cella non sono più i medici penitenziari ma quelli della Asl: a Regina Coeli, ad esempio, i detenuti che si sentono male vengono per lo più trasferiti in ospedale. E a doverli accompagnare è ovviamente l'agente penitenziario che però così lascia sguarnito il controllo nelle sezioni".
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