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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Piazza Navona

Tavolino selvaggio, è guerra: il Municipio stringe i tempi, monta la protesta

Da un lato il piano Comunale per le aree di pregio, dall'altro i piani municipali per le autorizzazioni che violano le norme vigenti. Il I Municipio stringe sui dehors

Una vera giungla quella dei tavolini ‘selvaggi’ nel centro storico, tra concessioni ‘illegittime’, occupazioni abusive, piani regolatori mai rispettati e iter burocratici lunghi una vita. L’amministrazione municipale prova a fare ordine e si muove su due fronti.

"ABUSIVI" - Da un lato c'è il piano di massima occupabilità redatto in Campidoglio e approvato in due tranche nel parlamentino di via Petroselli, tra aprile e ottobre. Su quello, che riguarda aree di pregio di competenza comunale quali Pantheon e piazza Navona, si sta attivando il presidente Corsetti che ha individuato 110 locali che non rispettano le direttive e che, da questa settimana, potrebbero chiudere i battenti. Per cinque giorni se si conformano alle regole, per un mese con obbligo di risarcimento al municipio se recidivi.

"L'iter che abbiamo seguito fino ad oggi è quello dei verbali e delle rimozioni coatte - ci spiega Corsetti - ma non servono a niente. Gli interessi degli imprenditori sui dehors sono troppo alti e il giorno dopo torna tutto come prima. Il sindaco avrebbe il potere di far chiudere gli esercizi abusivi con una semplice ordinanza di applicazione delle legge del 2009. Questo però non è mai accaduto". E quindi il minisindaco lo fa "da solo". "Ci ha autorizzato l'Avvocatura comunale, in pratica si tratta di un'estensione al municipio della facoltà data al sindaco". Che però, "non la usa". Ricapitolando: verbale dei vigili urbani, nel quale si cita la norma in questione, determinazione dirigenziale e l'esercente dovrà chiudere fino a quando non si sarà conformato alle regole. Ricorsi permettendo, ovviamente.

I PIANI MUNICIPALI - Accanto agli "abusivi" delle grandi piazze, materia del Campidoglio, ci sono poi gli esercizi controllati dal Municipio, quelli che beneficiano di regolare permesso osp (occupazione suolo pubblico) ma che risultano in contrasto con quanto previsto da codice della strada e tutela dei beni artistici. Cosa accade in casi simili? Ce lo spiega la consigliera dei Verdi Nathalie Naim. "Il Comune è competente per i piani nelle piazze tutelate dal decreto Galasso (Navona, Pantheon, piazza S.Ignazio, piazza della Madonna dei Monti, Santa Maria in Trastevere ecc.), il Municipio di tutte le altre vie e piazze (ad oggi 39 piani di massima occupabilità). Trattandosi spesso di vicoli dalle dimensioni esigue molte delle osp (occupazioni suolo pubblico, ndr) esistenti si sono rivelate incompatibili con gli interessi pubblici relativi a viabilità e sicurezza quindi alcune vengono revocate, i piani del Comune invece riguardano grandi piazze e pertanto prevedono solo un ridimensionamento dell'esistente". Piani regolatori quindi, non solo a livello comunale, ma anche municipale. Ecco qualche dato.

Fino ad ora sono 62 gli operatori che hanno ricevuto le lettere di disdetta con le quali si avverte che il 31 dicembre, data di scadenza dei permessi, questi non potranno essere rinnovati, o almeno non così come sono. C’è chi non potrà più avere le concessioni e chi invece dovrà adeguarsi alle previsioni dei progetti presentando una nuova richiesta. Dati alla mano sono 27 i commercianti che dovranno rivedere le misure perché la superficie è stata ridotta, 14 che possono dormire sonni tranquilli e rimanere come sono, 15 che non potranno rinnovare le autorizzazioni.

“Quelle revocate sono il 20% in 39 vie del centro - spiega Naim - e non l’80% come fatto circolare da voci allarmiste. E comunque le regole esistono da tempo (le delibere sui piani sono del 2003, 2005 e 2009 e 2011, ndr), il problema che non sono state fatte rispettare a dovere. Le sanzioni sono ridicole rispetto a quanto fruttano i dehors”. Già perchè “c’è chi al Pantheon ha dichiarato un guadagno annuo al metro quadro di 58mila euro”. Tanto se si pensa che “il costo è di circa 280”. I dehors valgono oro e infatti parte degli esercenti protesta.

LA PROTESTA - Di questa mattina la serrata di alcuni operatori in piazza Navona, tra le aree che rientrano nella delibera comunale, riuniti per l’occasione in un comitato ad hoc, il Cadar (Comitato di Autodifesa delle Aziende della Ristorazione). Del comitato neonato è anche una lettera inviata al sindaco Alemanno scritta ‘a due mani’ con i Cobas Lavoratori Ristorazione del centor. “Un clima di vessazione”, per i rappresentanti dell’associazione, quello creato intorno agli arredi selvaggi. E non sarebbe una questione di abusivismo. “Sui tavolini realmente abusivi siamo d’accordo” precisano, ma dietro “la campagna intravediamo motivazioni di squallida bottega elettorale volta a sostituire gli attuali operatori con altri espressione di poteri forti”.

Il Codar chiede “l’applicazione rigorosa della Legge Regionale 21/06 e del relativo regolamento d’attuazione ad oggi volutamente ignorata e intenzionalmente violata da quanti, come l’amministrazione comunale e municipale, ne avrebbero dovuto garantire il rigoroso rispetto”.

CONFCOMMERCIO - Non aderiscono alla protesta i membri della Confcommercio, intenzionati più che ad alzare la voce a cercare un accordo. “Il vero problema - ci spiega Adriano Angelini di Confcommercio - è il caos legislativo. Non si capisce cosa si può fare e cosa no. In una stessa via c’è chi si può allargare e chi no, chi viene multato e chi no. Abbiamo bisogno di leggi precise e di una burocrazia più snella per richiedere i permessi, sapendo per certo in che limiti ci si può muovere”. Sì perchè tra lettere, piani regolatori, competenze un pò da una parte un pò dall’altra, “non ci si capisce più niente”.
 

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