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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Via dei Campi Sportivi

Prostituzione su Cassia e Salaria: sgominata 'famiglia sfruttatrice'. Undici arresti

Gli arrestati gravitavano intorno al campo nomadi di via dei Campi Sportivi, vicino alla riva del fiume Aniene. Le indagini sono partite dalla denuncia di una giovane

Un meccanismo ben organizzato capace di reclutare e 'importare' ragazze direttamente dal loro paese di origine e di monetizzare le loro prestazioni sessuali sulle principali vie consolari romane. Duro, durissimo colpo al fenomeno del sesso a pagamento sulla Cassia Bis e la Salaria. Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Roma hanno eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Roma. Destinatari dell'ordinanza altrettanti romeni responsabili di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.

IL SODALIZIO CRIMINALE - Il gruppo operava a Roma operante da diversi anni ed era ben radicato nella città. A comporlo cittadini romeni che gravitavano intorno al campo nomadi di via dei Campi Sportivi, vicino alla riva del fiume Aniene.

LE INDAGINI - E' stata la denuncia di una delle vittime, che è riuscita a trovare il coraggio di raccontare quanto le stava accadendo, a far scattare le indagini. La giovane, costretta a prostituirsi, era stata picchiata e minacciata di morte in diverse occasioni anche nel caso in cui avesse guadagnato poco nel corso della sua giornata lavorativa. Ogni settimana le vittime dovevano versare ai loro aguzzini una cifra variabile compresa tra i 200 e 300 euro. I soldi, raccolti dai loro protettori, venivano poi versati direttamente nelle mani del 'capo famiglia', un romeno di 44 anni, o del figlio di 26 anni. La moglie del capofamiglia reclutava invece le ragazze nel paese d'origine. A loro volta, i protettori che vigilavano sull'attività delle giovani donne, avevano la possibilità di gestire anch'essi una o più ragazze, solo dopo aver ricevuto l'autorizzazione dalla famiglia e dopo aver corrisposto il pagamento di un 'canone' precedentemente pattuito.

IL COMMENTO DELLA BELVISO - Duro il commento del vicesindaco Sveva Belviso: "Quanto accaduto alle giovani romene finite nella rete di aguzzini senza scrupoli è un fatto orribile che ci lascia senza parole. Siamo di fronte a storie drammatiche - continua Belviso - fatte di violenze, minacce e soprusi, che purtroppo accomunano tutte le vittime del raccapricciante fenomeno dello sfruttamento sessuale e riduce la vita di queste donne a merce di scambio, annullando così la loro dignità. Desidero esprimere a nome mio e dell'Amministrazione capitolina la solidarietà alle ragazze vittime di queste ignobili violenze, e confermo la volontà da parte di Roma Capitale ad offrire loro, qualora ne facessero richiesta, tutto il sostegno psicologico necessario, affinché le aiuti a superare, per quanto possibile, un trauma così forte. Mi auguro che il gesto di coraggio dimostrato da una delle giovani romene nel denunciare i suoi aguzzini possa essere da stimolo a tutte quelle donne che sono costrette a vivere una così grave umiliazione fisica, psicologica e morale. Ringrazio, infine - conclude Belviso - gli agenti della squadra mobile della Questura di Roma, il cui intervento ha consentito alle donne di riappropriarsi della loro libertà e ha permesso di consegnare alla giustizia chi si è macchiato di un crimine così grave, per il quale auspico una pena severa".

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