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Cronaca

"Vieni in Italia c'è lavoro": poi le costringevano a prostituirsi sul litorale

Una banda di tre persone, due dei quali con a carico un mandato di cattura europeo, è stata sgominata tra Ardea, Anzio e Nettuno. I malviventi costringevano giovani donne e prostituirsi

Invitavano giovani ragazze in Italia con la promessa di un lavoro per poi costringerle a prostituirsi nel litorale sud. Una vera e propria organizzazione criminale è stata interrotta dagli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Anzio-Nettuno.

LE INDAGINI - Le indagini coordinate dal dottor Antongiulio Cassandra hanno condotto all'arresto di 3 cittadini rumeni, due dei quali con a carico un mandato di cattura europeo per scontare una pena di 6 anni e 6 mesi di reclusione per i reati di "tratta di essere umani" e "riduzione in schiavitù".

I controllini hanno indirizzato i poliziotti nella zona di Tor San Lorenzo di Ardea, ed in particolare in alcune strade dove era stato notato un sospetto via-vai di autovetture.

LA CASA - Qui, a seguito di servizi di appostamento e controlli incrociati, gli investigatori hanno accertato che in alcune abitazioni erano ospitate diverse ragazze.

Ieri il decisivo blitz. Entrando in un appartamento hanno sorpreso dapprima una donna rumena di 39 anni, e successivamente un uomo, anche lui romeno, di 35 anni. Dagli immediati accertamenti è emerso a carico di entrambi il mandato di cattura europeo.

LITORALE SUD - Secondo la ricostruzione degli investigatori, i due gestivano una tratta di giovani ragazze romene che, dal loro paese, venivano direttamente accompagnate nella zona del litorale sud pontino per poi essere avviate con costrizione sulla via della prostituzione nelle zona di Anzio, Nettuno, Pomezia e Ardea.

ALTRO ARRESTO - Arrestato per il reato di favoreggiamento anche un altro rumeno che aveva messo a diposizione la propria abitazione come appoggio per le giovani donne. I due latitanti, accompagnati in carcere, sono in attesa che il governo rumeno operi l'estradizione già richiesta.


 

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