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Cronaca

Caso Sandri: la decisione della cassazione su Spaccarotella

La Prima sezione penale della Cassazione deciderà se confermare o meno l'aumento di pena, inflitto in secondo grado, a Luigi Spaccarotella per la morte di Gabriele Sandri

Sarà una giornata importante quella di domani per il caso Sandri. La Prima sezione penale della Cassazione - dove per garantire l'ordine pubblico sono state prese particolari misure di protezione - deciderà se confermare o meno l'aumento di pena, inflitto in secondo grado, a Luigi Spaccarotella, l'agente calabrese della Polstrada condannato per l'omicidio di Gabriele Sandri (26 anni), il tifoso romano della Lazio ucciso con un colpo di pistola che gli perforò il collo la mattina dell'11 novembre 2007 nell'area di servizio Badia al Pino sull'A1, ad Arezzo.
Nel 2009, in primo grado ad Arezzo, l'agente che aveva sparato da grande distanza e senza che ve ne fosse bisogno venne condannato a sei anni di reclusione per omicidio colposo con colpa cosciente. La decisione fu accolta dalle proteste dei familiari e degli amici di Sandri - molto conosciuto nella tifoseria biancoceleste e per la sua attività di dj - che sostenevano che il poliziotto era consapevole del rischio di poter uccidere qualcuno sparando.

In seguito, il primo dicembre 2010, la Corte d'assise d'appello fiorentina ha inasprito la condanna a nove anni e quattro mesi di reclusione, come chiedevano le parti civili, riconoscendo Spaccarotella colpevole di omicidio volontario. Il processo seguì il rito abbreviato con lo sconto di un terzo della pena e fu accolta la tesi della Procura che chiedeva 14 anni di carcere, poi appunto ridotti per la scelta del rito. Contro la decisione di secondo grado hanno fatto ricorso in Cassazione i difensori del poliziotto, gli avvocati Francesco Molino e Federico Bagattini. A loro avviso la sentenza sarebbe mal motivata per quanto riguarda la sussistenza dell'elemento psicologico del dolo.

L'agente è stato sospeso dal servizio ed interdetto in maniera perpetua dai pubblici uffici. Spaccarotella sparò da lontano - si trovava a fare dei controlli dalla parte opposta della stazione di servizio dove c'erano Sandri e i suoi amici - mentre l'auto della vittima si stava allontanando dall'area di rifornimento dopo aver avuto un contatto rissoso ma senza conseguenze con dei tifosi juventini.

Per l'accusa - il pg Aldo Giubilaro affiancato dal pm che ha condotto l'inchiesta, Giuseppe Ledda - il poliziotto sparò mirando l'auto, con l'obiettivo di fermarla. Era ai bordi della carreggiata e con una pistola non di precisione: "Si può dire - chiese retoricamente Giubilaro - che Spaccarotella abbia agito nella ragionevole convinzione di non colpire nessuno?". Secondo i legali dell'agente, invece, il colpo partì accidentalmente e venne deviato dalla rete che divide le due carreggiate autostradali.

Cristiano Sandri, il fratello avvocato di Gabriele che ha seguito tutta la vicenda processuale, dal blog della fondazione dedicata a 'Gabo' chiede alla Suprema Corte di confermare l'aumento di pena in base al principio dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, anche quando a sparare e a sbagliare è un poliziotto.

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