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Cronaca

Morte Maricica: la procura chiede 20 anni per Burtone

In merito alla morte di Maricica Hahaianu la procura di Roma ha chiesto una condanna di 20 anni per Alessio Burtone a cui viene contestato il reato di omicidio preterintenzionale

La procura di Roma ha chiesto una condanna a venti anni di reclusione per Alessio Burtone, il ventiduenne romano che colpì con un pugno, l'8 ottobre del 2010, l'infermiera romena Maricica Hahaianu causandone la morte dopo alcuni giorni trascorsi in coma. Al giovane viene contestato il reato di omicidio preterintenzionale con l'aggravante dei futili motivi. Il fatto avvenne alla stazione della metropolitana di Anagnina.

Nel corso della sua requisitoria il pm Antonio Calaresu ha messo in luce l'indole violenta di Burtone, coinvolto in passato in due episodi di aggressione. Il pm, ricostruendo le fasi del litigio, ha descritto il colpo sferrato da Burtone come "un classico 'diretto' pugilistico, il gesto del boxeur: un uppercut al mento della donna". Il pubblico ministero ha, inoltre, stigmatizzato, come nel corso di tutto il processo da parte dell'imputato non ci sia mai stato un segnale di pentimento. "Mi sarei aspettato da parte dell'imputato una parola su questa donna che è morta e, invece, non ha mai detto mi dispiace, sono pentito". Per il magistrato non ci sono "dubbi che la riconducibilità della morte sia nel colpo inferto da Burtone che ha causato subito una frattura cranica con conseguente emorragia cerebrale ". Sul comportamento tenuto dai medici del policlinico Casilino, dove la donna è rimasta in coma dall'8 ottobre al 15 ottobre, Calaresu ha affermato che ai medici non può essere mosso "nessun addebito. La donna è stata trattata in modo idoneo e diligente".

Nel comportamento di Burtone, secondo la Procura, non può essere ravvisato alcun profilo di legittima difesa. "Non c'è stata alcuna provocazione, non c'è alcuna proporzionalità tra il presunto pericolo, le asserite minacce proferite da Maricica, e la reazione di Burtone". In aula è stato, infine, mostrato il video che riprende le fasi dell'aggressione. "Questi fotogrammi hanno fatto il giro del mondo - ha concluso il pm - non dando certo una immagine positiva alla città di Roma. Nel video ci sono immagini brutte come il soggetto che si ferma per fotografare la donna a terra priva di sensi e senza intervenire. In questa vicenda, però, ci sono anche personaggi positivi come il militare che ferma il ragazzo dopo l'aggressione o la testimone, originaria del Togo, che ci ha raccontato in modo puntuale le fasi del diverbio".

(Fonte Ansa)

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