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Cronaca

Processo Bianchini: chiesti 15 anni per il presunto stupratore seriale

Pochi i dubbi del pm Nespola che spiega: "C'é la presenza tutti gli elementi-tipo: feticista di biancheria intima, possessore di materiale pornografico, ossessionato dal sesso, e altro"

Il pubblico ministero Antonella Nespola ha pochi dubbi: Luca Bianchini è lo stupratore seriale. Gli elementi ci sono tutti e la condanna a 15 anni richiesta oggi nel corso del processo ne è la diretta conseguenza.

Il Pm ha snocciolato tutti gli aspetti che hanno portato prima all'arresto e poi all'incriminazione del ragioniere del Torrino. "C'é la presenza tutti gli elementi-tipo: feticista di biancheria intima, possessore di materiale pornografico, ossessionato dal sesso, e altro".

Il pm ha ricostruito i tre episodi contestati al giovane, risalenti al 2 aprile, al 2 giugno e al 3 luglio sempre del 2009. Il magistrato ha sostenuto che "tutti e tre gli episodi hanno avuto simili profili e soprattutto l'esito delle analisi ha dato esito positivo con l'estrapolazione del Dna di un uomo".

L'attività investigativa di tipo logico-interpretativo è stata inizialmente unita dalle dichiarazioni delle donne stuprate che hanno fornito "elementi certi: uomo italiano di circa 30 anni, 1.70 di altezza, occhi scuri, voce non profonda, carnagione chiara fare impacciato, che simulava rapine".

Poi le indagini a tutto campo e una "testimonianza-chiave" il 9 luglio 2009: "Al commissariato di Tor Carbone" ha detto il pubblico ministero, "si presenta una donna. Fornisce la targa di una macchina di un uomo che 4 anni prima l'aveva seguita. Verifiche anagrafiche portarono a un'autovettura intestata alla madre di Bianchini, già conosciuto per un episodio di tentata violenza" per il quale nel 1997 fu ritenuto non imputabile perché al momento dei fatti non capace d'intendere e volere".

Parte fondamentale della requisitoria è stata quella in cui sono stati esaminati i dati del Dna. "Il 10 luglio 2009 - ha detto il pm - è stato effettuato un tampone boccale di Bianchini; era presente lo stesso profilo genetico del responsabile delle 3 aggressioni. Il 27 luglio 2009, a garanzia delle parti, si è proceduto a nuovo tampone che ha fatto emergere la compatibilità totale tra il profilo di Bianchini e lo stupratore. E poi, non bisogna dimenticarlo, Bianchini viene riconosciuto in aula dalle donne stuprate come aspetto ma anche e soprattutto dalla voce". Nonostante la sentenza del 1997, per il pm Nespola "Bianchini oggi è soggetto imputabile, non ha scompensi psichici, è ossessionato da pensieri di tipo sessuale".

Durissimo anche l'atto di accusa di Teresa Manente, legale di due delle vittime: "E' stata violata la loro integrità, la loro libertà, la loro dignità umana". L'avvocato ha richiesto centocinquanta mila euro per danni e, in subordine, una provvisionale di 80 mila euro.

Per l'avvocato Manente, "non ci sono dubbi" sulla responsabilità di Bianchini. "Una delle ragazze aggredite ha detto che questa persona è come se l'avesse uccisa dentro - ha aggiunto - l'altra ha detto di aver vissuto la violenza come uno sfasciamento, una devastazione. Entrambe hanno cambiato il loro modo di vivere. Per questo, Bianchini va condannato duramente".

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