Mandò in coma la fidanzata Chiara: giudizio immediato per Maurizio Falcioni

Giudizio immediato per Maurizio Falcioni. Questa la richiesta della Procura della Repubblica di Roma nei confronti del 35enne romano che lo scorso 3 febbraio pestò a sangue la sua fidanzata di 19 anni, Chiara Insidioso Monda, mandandola in coma all'ospedale San Camillo-Forlanini (dove si trova ancora oggi) a causa delle violente percosse ricevute. A sollecitare il processo, con il rito che consente di saltare il pronunciamento del giudice per le udienze preliminari, è stato il pubblico ministero Elena Neri d'intesa con il procuratore aggiunto Maria Monteleone.

PESTATA A SANGUE - Il brutale pestaggio si consumò in un appartamento di via Emilio Costanzi, in zona Casal Bernocchi, quando la giovane vittima venne picchiata a sangue a calci e pugni da Maurizio Falcioni, nel corso di una lite per motivi sentimentali. Quindi la chiamata ai soccorsi con Chiara Insidioso Monda trasportata in condizioni critiche prima all'ospedale Grassi di Ostia da dove è stata poi venne trasferita in prognosi riservata al nosocomio di circonvalazione Gianicolense.

CONFESSIONE - Falcioni durante la lite la prese a calci e pugni facendole battere più volte la testa in terra. Vista la gravità della situazione chiamò i soccorsi sostenendo inizialmente che la fidanzata fosse caduta in terra per uno svenimento. Alla fine, messo sotto pressione dalle forze dell'ordine, si decise di confessare.

TENTATO OMICIDIO - Maurizio Falcioni venne quindi raggiunto nell'abitazione di Casal Bernocchi, dai carabinieri della Compagnia di Ostia, diretti dal maggiore Sebastiano Arena, che arrestarono il muratore 35enne con l'accusa di "maltrattamenti aggravati" e "tentato omicidio".