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Cronaca

Campi rom, risorse alle onlus solo fino al 31 agosto: addio ai presidi sociali

Dal Comune è stato comunicato che le risorse per le associazioni che operano all'interno dei campi verrano erogate ancora fino al 31 agosto. Passata quella data non è detto che i progetti in corso possano proseguire

Prima i vigilantes, ora i presidi sociali. I campi rom della Capitale rischiano di diventare strutture "autogestite", di restare senza alcuna forma di controllo, nè di attività di inclusione che aiuti gli abitanti in un percorso di integrazione con la città. 

Dopo un primo taglio ai vigilantes di Risorse per Roma impiegati nei campi per assicurare e garantire sicurezza e quiete pubblica, dal Comune è stato comunicato che le risorse per le associazioni che operano nei villaggi attrezzati verrano erogate solo fino al 31 agosto. Passata quella data non è detto che i progetti in corso possano proseguire. Tra le Onlus coinvolte c'è anche la Croce Rossa, che ha subito lanciato l'allarme. Martedì scorso la protesta lampo all'assessorato alle Politiche Sociali di viale Manzoni, "dove l’assessore Rita Cutini non si è fatta trovare". 

“Se è vero che le risorse sono assicurate fino al 31 agosto, il rischio di chiusura dei presidi sociali nei campi è praticamente dietro l’angolo, e la latitanza dell’Assessore ne è un chiaro segnale”. A parlare è Flavio Ronzi, Presidente della CRI Roma.

E comunque anche la situazione attuale, risorse a parte, sembra vacillare e mancare di un coordinamento dall'altro. “L’obiettivo è quello di tracciare assieme all’amministrazione un progetto che abbia una cabina di regia competente con una visione complessiva e coraggiosa in grado di assistere ed emancipare queste comunità dai loro ghetti e che metta al bando definitivamente l’approccio emergenziale, lo scialacquamento di denaro pubblico e la violazione dei diritti umani” incalza Ronzi.  

Detto ciò, "se dovesse essere confermata la mancanza di fondi (pare che l’assessorato abbia promesso un nuovo incontro alle associazioni per mercoledì prossimo), nei campi attrezzati di Roma non ci saranno più operatori sociali, se non per i soli progetti base di scolarizzazione". E, per quanto le onlus non abbiano funzioni di controllo sulla sicurezza nel campo, certo le attività di educazione e coinvolgimento degli abitanti servono da deterrente a violenza e criminalità.  

“Evidentemente non sono bastati gli incendi e le devastazioni che si sono consumati negli ultimi mesi per misurare il disagio e la paura che si sta alimentando tra gli abitanti dei campi e gli operatori che presidiano le comunità. -tuona il presidente Ronzi- la carenza di risorse e di visione dell’Assessorato sta incendiando  anche le proteste di tutte le realtà impegnate da anni nelle strutture rom della Capitale, serve affrontare la questione con serietà seduti a un tavolo e il più presto possibile”. 

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