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Cronaca Marconi / Via Vincenzo Brunacci, 69

Cani morti bruciati a Ponte Marconi: la storia di Rita ustionata per salvare i suoi animali

Lo scorso 19 luglio sono morti nove cani in un incendio sotto Ponte Marconi. Una donna ha riportato ustioni di terzo grado tentando di salvare gli animali. Dietro una storia terribile di vera e propria guerra tra poveri

Un odore nauseabondo, polvere cenere e oggetti carbonizzati non identificabili. Siamo sotto Ponte Marconi, sul Lungotevere degli Inventori, all'altezza di via Vincenzo Brunacci. Questo l'indirizzo di “casa” di Rita, la donna di 62 anni che qualche giorno fa ha sfidato le fiamme divampate sotto il Ponte per tentare di salvare i nove cani rimasti uccisi nell'incendio.

Una storia, quella di Rita, che condensa tutte le emergenze della Capitale, dal nomadismo agli insediamenti abusivi, dall'emergenza abitativa alla violenza e criminalità. E poi ancora degrado e abbandono.

IL ROGO DEL 19 LUGLIO - E' successo venerdì scorso. A pochi metri di distanza, dal maneggio Roma River Ranch, la vista del fuoco. Quando la donna si è avvicinata, gli animali erano ancora vivi. Di undici cani, se ne sono salvati soltanto due. La clochard ha riportato ustioni di terzo grado e continua a recarsi al Sant'Eugenio per le medicazioni.

DALL'APPARTAMENTO ALLA STRADA - Siamo andati a raccogliere informazioni sul posto. A fare strada, Cinzia Mariani, proprietaria del maneggio. E' lei che da tre anni si prende cura della donna, portandole cibo e permettendole di “abitare” accanto alla sua attività: “E' una donna estremamente lucida, non le occorre molto. Sta qui perché non sa dove andare, abita sotto il ponte con i suoi cani, perché non vuole tenerli in gabbia in un canile”. Ricostruendo il profilo di questa signora, si scopre che proviene da una famiglia italiana benestante e possiede anche una laurea in Architettura. Dall'appartamento alla strada, una discesa travagliata, per amore di quegli animali. Una vita dedicata a loro, troppi per poter essere mantenuti all'interno di un'abitazione.

CACCIATA DAI NOMADI NONOSTANTE LA CONCESSIONE DEL COMUNE - “Prima viveva nell'ex XI Municipio. L'hanno cacciata: ora lì ci abitano i nomadi. Poi è venuta qui perché il Comune le ha permesso di stare su un terreno su Lungotevere Dante”. Una "concessione di cui la donna non ha mai potuto giovare, spiega Mariani: “La zona è stata occupata da rom abusivi. L'hanno minacciata intimandole di non tornare più”.

LE CAUSE DELL'INCENDIO - Così si è trasferita sotto Ponte Marconi, ma la storia non si è conclusa. Gli stessi nomadi hanno tentato più volte di stanziarsi anche lì. Unico ostacolo, quegli undici cani randagi. Cinzia Mariani non ha dubbi: “Hanno aspettato che Rita si allontanasse qualche minuto per appiccare il fuoco". "Non ha resistito alla vista dei suoi animali arsi vivi - continua la proprietaria del maneggio, -  la Polizia ha dovuto trattenerla con la forza".

Nove cani morti bruciati a Ponte Marconi | foto Russo/RomaToday

L'ASSENZA DELLE ISTITUZIONI - “Attendiamo sotto il Ponte il sindaco Marino e gli consigliamo di non venire in bicicletta. Venga a vedere la vera Roma, che non è il Campidoglio”. A parlare è Loredana Pronio, presidente della Feder FIDA Onlus (Federazione Italiana Diritti Animali). La Feder FIDA è al maneggio dalle 10 di questa mattina e non intende allontanarsi fino a quando qualcuno del Comune non passerà a supervisionare la zona: "Siamo delusi. Abbiamo contattato il Comune questa mattina ma non è ancora arrivato nessuno. Questa è una storia grave, non possono fare finta di niente. Il Sindaco deve venire qui. Non ci accontentiamo più dei burattini: vogliamo le Istituzioni". Dello stesso avviso, Cinzia Mariani: “Il mio maneggio confina con un'area abbandonata a se stessa e tutta l'attività risente del degrado delle terre circostanti. Le ditte che dovrebbero provvedere alla bonifica non fanno nulla e a noi privati non è consentito arrangiarci da soli. Dei clienti americani se ne sono andati via disgustati dall'inciviltà di questo posto”.

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