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Cronaca Bufalotta / Via di Settebagni

Quote societarie, retribuzioni mensili e giri in Ferrari: così l'imprenditore comprava i poliziotti

Gli arrestati fornivano informazioni e protezione alle attività di Carlo D'Aguano in cambio di favori e promesse

Intermediazione sull'acquisto di auto di lusso, promesse di quote societarie in bar e locali con società in costituzione per l'apertura degli esercizi commerciali intestati a persone di fiducia degli agenti corrotti, ma anche retribuzioni mensili fisse sugli incassi in nero di un locale di Settebagni. Oltre a giri in Ferrari a coronare il sogno di uno degli agenti di polizia poi finito in manette. Questo quanto Carlo D'Aguano, l'imprenditore pregiudicato di 38 anni, offriva e promettava ai poliziotti ed alla 'talpa' che aveva negli uffici della Procura in cambio di protezione ed informazioni su possibili indagini delle forze dell'ordine sulla sua persona. 

Le promesse ed i regali ai poliziotti corrotti

Ma in che modo D'Aguano era riuscito ad ottenere la 'protezione' ed i favori degli agenti che era riuscito a corrompere? Semplice, D'Aguano prometteva erogazioni di denaro ma anche investimenti: cessioni di quote societarie o promesse di partecipazioni in società, ma anche facilitazioni per l'acquisto di auto di grossa cilindrata e somme di denaro (circa 1000 euro) per portare delle auto in Germania. Tutto questo in cambio di informazioni sensibili contenute nel registro degli indagati, il modello 21. "Notizie - hanno spiegato il procuratore aggiunto della Dda Michele Prestipino e il procuratore Paolo Ielo - che potevano essergli utili per conoscere la sua posizione".

Incediata l'auto di Carlo D'Aguano

Incassi in nero e promesse di quote societarie

Ma in cosa consistevano queste promesse e come venivano 'unti' i poliziotti corrotti. Cinque dei sei agenti arrestati, secondo quanto riportato nell'ordinanza del Pubblico Ministero Nadia Plastina, erano destinatari di una quota mensile del 5% degli incassi in nero (quantificati in 600 euro al mese) della New Arcadia srl di via di Settebagni, (di cui D'Aguano era socio con il 38% delle quote). In tutti i casi le quote erano intestate a mogli, compagne e familiari dei poliziotti poi finiti in manette. Oltre a ciò gli agenti avevano ottenuto la promessa di acquisizione su altre quote di costituende società di bar e locali a Prati, Roma Nord, Pantano, Torre Angela e la via Nomentana. 

Auto di lusso e giri in Ferrari 

Oltre a ciò, l'agente del servizio scorte e la 'talpa' in Procura, avevano beneficiato di intermediazioni presso autoconcessionarie vicine al D'Aguano per l'acquisto di auto di lusso (una Audi A3 ed una Audi A5) poi intestate ai due. Oltre a cià Simona Amadio aveva usufruito di un altro piacere, ovvero la riparazione della sua vettura rimasta coinvolta in un incidente in una officina di conoscenza del 38enne, ad una somma che non doveva superare i 200 euro, da pagare con calma successivamente al ritiro della vettura. 

I nomi degli arrestati e la 'talpa' in Procura

Viaggi in Germania per import di auto 

Fra le altre cose, il compagno della segretaria della Procura della Repubblica, aveva ricevuto 1000 euro per portare un'auto in Germania per conto di una azienda di import di vetture tedesche con la promessa di ricevere uguale somma (sempre in nero) per ogni successivo viaggio nel Paese dell'Europa centrale. Inoltre, sempre ai due, Carlo D'Aguano aveva promesso l'acquisizione di quote societarie per due costituende società che avrebbero dovuto acquisire due locali (uno sulla via Casilina e l'altro sulla via Nomentana). Per questo ultimo locale, l'agente del servizio scorte avrebbe poi ottenuto la promessa di curare la sicurezza, con una retribuzione di 100 euro giornalieri sempre al nero delle imposte. 

Il prestito della Ferrari

Nelle carte che hanno portato all'emissione delle ordinanze di custodia cautelare in carcere per 8 persone, si legge inoltre che uno degli agenti, il 46nne romano in servizio al commissariato di San Basilio, aveva ottenuto in prestito una Ferrari (nel novembre 2017) per coronare il suo sogno di poter guidare l'auto di lusso del Cavallino Rampante. 

Bonifici all'Asd Reparto Volanti di Roma

Dunque quote societarie, promesse di quote per società in via di costituzione ma anche bonifici. Uno in particolare, con la somma di 17.690 Euro emanata con dei bonifici erogati dal D'Aguano, da un familiare del 38enne e da una società Srl, a favore dell'Asd Reparto Volanti di Roma, di cui tre degli arrestati erano rappresentanti. Il sospetto è che parte di denaro sia poi finito nelle tasche dei poliziotti, o di persone di loro fiducia. 

Poliziotti corrotti

Otto arresti 

Un sistema che i carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci hanno smascherato al termine di una indagine che ha preso spunto dalla Operazione Babylonia, che nel giugno del 2017 portò all'arresto di 23 persone ed al sequestro di beni per circa 230 milioni di euro. Alla base di ciò nella mattinata di martedì 26 giugno i militari dell'Arma e gli investigatori della Squadra Mobile di Roma hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per 8 persone (D'Aguano, la 'talpa' della Procura ed i sei poliziotti) accusati a vario titolo di atti contrari ai doveri di ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico e rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio.

Le accuse nei confronti dei poliziotti e della talpa

Tutti i poliziotti sono infatti ritenuti responsabili, in quanto pubblici ufficiali, di aver messo a disposizione l'esercizio delle loro funzioni e dei loro poteri in favore di Carlo D'Aguano. La segretaria in Procura è invece accusata del "Compimento atti contrari ai doveri del suo ufficio, consistenti in accessi abusivi al SICP della Procura della Repubblica utilizzando le sue credenziali per finalità diverse da quelle che le erano state assegnate, per la violazione del segreto d'ufficio, per lo svolgimento della sua funzione in violazione dei doveri della Pubblica Amministrazione". 

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