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Cronaca San Giovanni / Piazza di Porta Metronia

"Non so che fare il mese prossimo": in 400 protestano a Porta Metronia

Sono i lavoratori delle cooperative sociali operanti sul territorio del V Municipio. Sul tetto Pino Pelosi che ha più volte minacciato il suicidio

Lui è Giuseppe Pelosi, già noto alle forze dell'ordine e all'opinione pubblica per aver assassinato nel 1975 Pier Paolo Pasolini, arrestato poi più volte per altri precedenti di rapina e piccoli furti, definitivamente libero dal 2009 e da allora in affidamente ai servizi sociali. Come lui, altri 400 lavoratori delle categorie così dette "protette" (come, ad esempio, detenuti, ex detenuti, disabili fisici e psichici, tossicodipendenti e senza fissa dimora) hanno la possibilità di lavorare come dipendenti delle numerose cooperative sociali presenti sul territorio; o forse, sarebbe meglio dire "avevano".

Lo scorso dicembre, infatti, la giunta Alemanno ha rifiutato di rinnovare la convenzione di appalto che legava una di queste cooperative al Municipio V, sancendo così l'inevitabile licenziamento dei suoi dipendenti. Questa mattina, Pelosi ed altri 3 operatori sono saliti sul tetto dell'edificio dell'Assessorato dell'ambiente in Via di Porta Metronia, per portestare e chiedere un repentino riscontro da parte dell'amministrazione.

Lavoratori delle Coop. sociali sul tetto a P.ta Metronia

Sul posto, presidiato ben presto dai vigili del fuoco, polizia e carabinieri, erano presenti poco meno di un centinaio di altri dipendenti muniti di tamburi, fischietti e trombette da stadio. La richiesta, una sola: riavere il proprio lavoro. Seduto in sporgenza sulle tegole del tetto (per quanto non molto alto), Pelosi accetta di parlare volontieri con i giornalisti, che tramite un montacarichi attrezzato dalla protezione civile, riescono a raggiungerlo per riprenderlo e intervistarlo. Nei confronti delle forze dell'ordine, invece, sfrontata fermezza: non solo minaccia di buttarsi di sotto in caso di continua indifferenza da parte dell'assessore e dell'amministrazione in generale, ma già dalle prime ore del presidio, ha cominciato in segno di protesta ad apportarsi vistosi tagli sulle braccia.

E mentre dal basso, i "colleghi" del manifestante sfoggiano le simboliche magliette riportanti le scritte "Non so che fare il mese prossimo" e "Pensavo positivo", qualcuno grida (in forte accento romano, ndr): "'A Pì...!", facendogli cenno di continuare con l'atto di auto-lesione che, per quanto macabro, di sicuro non lascia indifferenti nè la stampa nè le forze dell'ordine. "Non ce ne andremo fino a che non verranno ad ascoltarci", dichiarano e promettono tutti i presenti, delusi dall'assoluto silenzio proveniente da parte dell'amministrazione e fiduciosi solo nel repentino incontro previsto in queste ore del pomeriggio fissato tra i portavoci della Cooperativa e i rappresentanti del Comune.

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