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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Anzio, abbandona la figlia neonata in ospedale dopo averla picchiata e ridotta in fin di vita

La donna, 33 anni, ha dato una versione diversa parlando di caduta accidentale dal letto. Racconto che non ha convinto gli inquirenti. La piccola è in prognosi riservata al Policlinico Umberto con gravissime fratture cerebrale e disabilità permanente

Tentato omicidio, lesioni gravissime e abbandono di minore. Sono i capi d'accusa a carico di una cittadina di nazionalità bulgara che lo scorso gennaio ha lasciato la figlia minore di due mesi in ospedale, dopo averla picchiata e ridotta in fin di vita. O almeno questo è quanto sostenuto dalle forze dell'ordine che hanno condotto le indagini. La versione della donna è diversa. Ma andiamo per ordine.

La piccola è stata lasciata prima ad Anzio dove i medici l'hanno ricoverata per uno stato di disidratazione e sospetta bronchite. Poi il trasporto al Policlinico Umberto I in prognosi riservata e ricoverata in terapia intensiva.

I successivi accertamenti medici e gli esami strumentali hanno evidenziato un quadro clinico molto grave derivante da emorragie cerebrali e fratture craniche che le hanno provocato uno stato di  disabilità permanente. Inutili i tentativi del personale sanitario di contattare la madre della bambina. La donna infatti, subito dopo il ricovero, aveva fatto perdere le sue tracce e non si era più recata in ospedale per informarsi delle condizioni di salute della figlia.

Sono quindi scattate le indagini degli agenti del Commissariato di Anzio, diretto dal dr. Fabrizio Mancini, che hanno rintracciato la donna accompagnandola negli uffici di polizia per ricostruire la dinamica di quegli eventi che avevano portato a così gravi e sospette lesioni cerebrali della bambina.

LA VERSIONE DELLA DONNA - La madre della piccola ha parlato di una caduta accidentale dal letto, confondendo a tratti il racconto con riferimenti  a lesioni provocate dal fratello più grande. Versione che non ha convinto gli inquirenti che le hanno giudicate poco compatibili con la gravità delle fratture riportate.

L’esito ulteriore delle analisi e del successivo sopralluogo effettuato dal personale della Polizia Scientifica all’interno dell’abitazione hanno fornito ulteriori conferme che i fatti fossero andati in maniera completamente diversa da quanto dichiarato dalla donna.

Alla luce di quanto emerso nel corso delle indagini l’Autorità Giudiziaria ha emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti della 33enne,  che nel frattempo si era resa irreperibile, e che gli investigatori sono riusciti a rintracciare passando al setaccio gli ambienti della prostituzione.

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