rotate-mobile
Cronaca

Omicidio Pamela Mastropietro : "La ragazza fatta a pezzi da viva"

E' quanto emerge dal racconto del supertestimone dell'accusa nella seconda udienza del processo davanti alla Corte di Assise di Macerata

Un rapporto sessuale "consenziente" in cambio dell'aiuto a trovare una dose di eroina e la morte dopo l'iniezione di stupefacente "per overdose": è quanto avrebbe raccontato Innocent Oseghale, imputato nel processo davanti alla Corte di assise di Macerata per la morte di Pamela Mastropietro, secondo il racconto di un ex compagno di cella, Stefano Giardini, che sta deponendo in aula. 

"Lui ha sempre negato le coltellate, lui ha detto che l'ha solo vivisezionata. Ha sempre negato di averla uccisa" e "disse che questa cosa l'ha fatta da solo", ha affermato il detenuto che divideva la cella con Oseghale ad Ascoli.

"Inizialmente diede una versione che non considerammo molto veritiera", ha raccontato l'ex compagno di cella ricostruendo i primi rapporti tra gli altri detenuti e Oseghale. "Poi conoscendoci meglio si aprì e la modificò. Inizialmente disse che non aveva in nessun modo partecipato" al delitto, "attribuendo responsabilità ad altri nigeriani", ha continuato Giardini mentre poi Oseghale "disse che voleva dirci la verità".

Secondo questa seconda versione raccontata dall'ex compagno di cella, l'incontro tra Pamela e Oseghale avvenne ai giardini Diaz: mentre aspettava un cliente per vendergli marijuana, Oseghale "è stato avvicinato da questa ragazza, che non conosceva e gli ha chiesto di accendere una sigaretta; poi gli ha chiesto se poteva procurarle una dose di eroina", ha detto l'ex compagno di cella riferendo il racconto che gli avrebbe fatto Oseghale. 

Quest'ultimo, secondo la ricostruzione del detenuto, vendeva solo marijuana ma si propose di "aiutarla a trovare qualcuno" e in cambio di questo aiuto ci fu "un rapporto sessuale" con Pamela. "Oseghale fece un paio di telefonate, chiamò un suo amico che gli disse che era fuori zona e di rivolgersi a Lucky che si rese disponibile, confermò di avere la dose e si diedero appuntamento a un campo di calcio - ha riferito il teste in aula -. A quel punto Oseghale e la ragazza si appartarono sotto un ponte ed ebbero un rapporto sessuale".

Successivamente, dopo l'incontro con Lucky e lo scambio di droga, ha riferito Giardini, Oseghale gli raccontò che fu Pamela a chiedergli di poter andare a casa sua in attesa dell'orario del treno per tornare a Roma e che si fermarono a un supermercato e poi a comprare una siringa. 

Nella casa di via Spalato poi, secondo quanto riferito dall'ex compagno di cella del nigeriano, Pamela si iniettò la dose di droga: "Oseghale disse che era abbastanza allegra all'inizio, poi sentì un tonfo: era caduta al suolo". La ragazza "respirava ma stava in una specie di catalessi, sembrava svenuta. Nel frattempo il nigeriano raccontò di aver ricevuto la chiamata di un cliente" di essere uscito e di essere rientrato a casa nel giro di "tre ore" trovando Pamela "apparentemente morta". A quel punto maturò la decisione di "sezionare il corpo".

"Sembrava più preoccupato che la compagna venisse a conoscenza dell'atto sessuale" che del resto. Ha inoltre aggiunto l'ex compagno di cella di Innocent Oseghale, Stefano Giardini, deponendo in aula nel processo davanti alla Corte di assise di Macerata sul caso di Pamela Mastropietro. 

Dopo la morte di Pamela nella casa di via Spalato, ha riferito l'ex compagno di cella di Oseghale, il nigeriano "entrò nel panico perché l'indomani doveva tornare a casa della compagna, che era ospite di una comunità e non sapeva come cancellare le tracce di questo suo tradimento. Per lui il tradimento era il problema", ha continuato raccontando le presunte confidenze dell'imputato.

"Io escluderei" che Innocent Oseghale abbia fatto confidenze al pentito Vincenzo Marino "e penso che se avesse dovuto fare una confidenza l'avrebbe fatta a me", ha proseguito Giardini. 

L'ex compagno di cella è stato ascoltato anche in merito ai rapporti tra Oseghale e Marino, supertestimone dell'accusa. Giardini ha anche riferito di essersi fatto promotore di un "memoriale" di Oseghale dove si racconta la versione raccontata allo stesso teste secondo cui il nigeriano non avrebbe ucciso Pamela, che sarebbe invece morta per droga.

"Desmond Lucky se ne andò, Oseghale tentò di rianimarla con acqua sulla faccia per farla riprendere, lei si riprese. Oseghale l'ha spogliata, era sveglia" ma aveva "gli occhi girati all'insù" e "hanno avuto un rapporto sessuale completo". Poi la "ragazza voleva andare via a casa a Roma perché aveva il treno, disse che se no l'avrebbe denunciato". 

"Ebbero una colluttazione, si sono spinti, Oseghale le diede una coltellata all'altezza del fegato e dopo una prima coltellata Pamela cadde a terra". Afferma il pentito Vincenzo Marino, ascoltato come supertestimone dell'accusa nella seconda udienza del processo, raccontando le confidenze raccolte in carcere da Oseghale, quando ad Ascoli furono detenuti insieme per un breve periodo.

L'ex compagno di cella ha spiegato di aver anche pensato a scrivere un libro sulla vicenda. Un libro nel quale avrebbe potuto usare i contenuti del memoriale, in inglese e italiano, di Oseghale.

"Non mi ha parlato di mafia nigeriana". Ha detto inoltre Giardini, rispondendo alla difesa del nigeriano sui presunti rapporti tra l'imputato e la mafia nigeriana. "Aveva dei soldi sul libretto, gli furono sequestrati e dunque rimase senza soldi - ha concluso - io gli facevo la spesa".

Il collaboratore Vincenzo Marino racconta i dettagli che afferma gli sono stati riferiti dall'imputato pensando che dopo aver accoltellato Pamela Mastropietro, la ragazza fosse morta, Innocent Oseghale, imputato nel processo per l'omicidio, mi raccontò che andò ai giardini Diaz per chiedere, invano, l'aiuto a un connazionale poi "tornò a casa, convinto che la ragazza fosse morta e la squartò iniziando dal piede. La ragazza iniziò a muoversi e lamentarsi e gli diede una seconda coltellata". 


 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omicidio Pamela Mastropietro : "La ragazza fatta a pezzi da viva"

RomaToday è in caricamento