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Cronaca Tor Marancia / Piazzale Antonio Tosti

Killer pentito: tra le gambizzazioni confessate quella di Cinzia Pugliese

Oltre alla titolare del Centro Estetico di Tor Marancia gli altri ferimenti si consumarono al Trullo e a Torvajanica

Tre omicidi e tre gambizzazioni. Questo quanto confessato da Giancarlo Orsini, killer professionista divenuto collaboratore di giustizia dopo essere stato condannato per l'assassinio di Roberto Musci a Casalotti. Incastrato nel luglio del 2014, dopo aver accettato di collaborare con gli inquirenti nel settembre dello stesso anno, il killer di professione ha svelato i retroscena su altri due omicidi (quello di Federico Di Meo a Velletri e quello di Sesto Corvini a Casal Palocco) accusandosi di altri tre eventi delittuosi che portarono al ferimento di altrettante persone.

GAMBIZZAZIONE MACCARINELLI - In particolare Giancarlo Orsini ha indicato ai magistrati di aver personalmente premuto il grilletto della pistola, su commissione, che portò alla gambizzazione di Mirco Maccarinelli, 32enne di Ardea, con precedenti di polizia, ricoverato all'ospedale di Pomezia dopo essere stato raggiunto da due colpi di pistola ad entrambi i polpacci nella notte del 22 giugno 2013 a Torvajanica.

FINTA RAPINA - Un ferimento in relazione al quale la vittima dichiarò ai Carabinieri del posto di essere stato avvicinato e sparato da un uomo travisato da passamontagna, mentre stava parcheggiando la sua Fiat Panda all’interno del parcheggio condominiale e di essere stato quindi rapinato dell’orologio Rolex Daytona, di un borsello contenente il suo cellulare e dell’autovettura.

MANDANTE ED ESECUTORE - Le indagini svolte dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Roma a riscontro delle dichiarazioni di Giancarlo Orsini, corroborate dagli accertamenti tecnici eseguiti dalla Sezione Balistica del R.I.S. Carabinieri di Roma, hanno consentito di accertare che "la rapina denunciata dal Maccarinelli, in realtà, fu una mirata azione intimidatoria, culminata in rapina, attuata materialmente da Giancarlo Orsini su mandato di Andrea Useli, pregiudicato di Torvaianica, il quale intendeva in tal modo acquisire il predominio sul traffico di sostanze stupefacenti nella zona del litorale nord di Roma. Inoltre, nel corso dello scontro a fuoco con il Maccarinelli, l’Orsini riusciva a disarmare l’avversario e a sottrargli una pistola calibro 38".

INDAGINI DEI RIS - Le indagini del RIS dei carabinieri di Roma hanno poi dimostrato come per il compimento dell’azione delittuosa, l’Orsini utilizzò la stessa pistola calibro 45 poi impiegata per commettere l’omicidio di Sesto Corvini e la “gambizzazione” di Cinzia Pugliese. L’arma era stata consegnata al killer dallo stesso Useli, a parziale remunerazione di un lavoro commissionatogli in precedenza. Per il compimento dell’agguato, l’Orsini riceveva dall’Useli un compenso in denaro di 3000 euro.

METODO MAFIOSO - Gli accertamenti esperiti dai Carabinieri di Roma hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di Andrea Useli per diversi reati nella sua duplice formulazione, per avere agito utilizzando il "metodo mafioso", e per avere operato al fine di "consentire al gruppo criminale dell’Useli di acquisire il predominio sul traffico di stupefacenti della zona del litorale nord di Roma".

Omicidi a Roma: killer confessa assassini e gambizzazioni

GAMBIZZAZIONE CINZIA PUGLIESE - Copione simile è stato poi confessato dallo stesso esecutore anche in relazione al ferimento di Cinzia Puglise, romana 61enne con precedenti di polizia, gambizzata nel tardo pomeriggio del 24 luglio 2013 mentre si trovava all’interno del centro estetico da lei gestito in piazzale Tosti, zona Tor Marancia, dove veniva attinta da un colpo di pistola al polpaccio della gamba destra, esplosogli contro da un ignoto individuo con il volto travisato da un casco integrale. Nella circostanza, la donna non fornì indicazioni utili alle indagini.

'MAZINGA' E ORSINI -  In sede di collaborazione, Giancarlo Orsini ha confessato di avere "personalmente eseguito l’azione di fuoco in danno della Pugliese su mandato di Massimiliano Aflano, alias 'Mazinga', 33enne di Battipaglia ma da tempo stabilitosi a Roma, con precedenti di polizia, che gli consegnò 3.500 euro quale compenso per l’esecuzione del delitto. Gli accertamenti tecnici del R.I.S. di Roma hanno consentito di accertare che contro la Pugliese, Giancarlo Orsini utilizzò la stessa arma impiegata per la gambizzazione di Mirco Maccarinelli e per l’omicidio di Sesto Corvini".

IL MANDANTE - Le dichiarazioni del collaborante sono state riscontrate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma che hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di Massimiliano Alfano "quale mandante della gambizzazione per la quale l’uomo è indagato".

TENTATA RAPINA CON GAMBIZZAZIONE - In ultimo, in data 2 dicembre 2013, alle 21:30 circa in via Arcidosso, zona Trullo, due sconosciuti travisati e armati di pistola e taglierino, ferivano alle gambe Giulio Morelli, titolare di un’attività di vendita di alimenti della zona, mediante l’esplosione di cinque colpi d’arma da fuoco. La vittima riferiva che mentre stava rincasando dal lavoro, era stato avvicinato dai due individui in prossimità del portone d’ingresso del proprio condominio, i quali gli avevano intimato di consegnare l’incasso della giornata.

RAPINA MANCATA - A seguito del suo rifiuto, il malvivente armato di pistola lo colpiva alla fronte con il calcio della pistola ed esplodeva nei suoi confronti cinque colpi d’arma da fuoco, attingendolo agli arti inferiori, per poi darsi a precipitosa fuga unitamente al suo complice che, nel frattempo, aveva provocato la caduta dalle scale della moglie del Morelli.

IN COPPIA CON LEONI - In sede di collaborazione con la Giustizia Giancarlo Orsini ha confessato di avere commesso il tentativo di rapina in concorso con Massimiliano Leoni, 46enne del Trullo; "in particolare, la rapina era stata organizzata dal Leoni, mentre l’Orsini eseguì l’azione di fuoco contro la vittima".

DNA DI LEONI - Gli accertamenti tecnici compiuti dalle Sezioni Balistica e Biologia del R.I.S. Carabinieri di Roma, hanno consentito di individuare il DNA di Massimiliano Leoni su un taglierino usato per la rapina e abbandonato sulla scena del crimine e di riscontrare che i colpi che hanno attinto Morelli furono  esplosi da una pistola Glock 9x21, sequestrata a Giancarlo Orsini dai Carabinieri di Montespaccato il 12 marzo del 2014.

INDIZI COLPEVOLEZZA - Le indagini sulla vicenda, eseguite dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Roma hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di Massimiliano Leoni.

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