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Cronaca

Maxi operazione contro usura e riciclaggio: 11 arresti

Tra i perquisiti anche personaggi di spicco della cosiddetta banda della Magliana e della criminalità organizzata romana e napoletana. Tra gli arrestati anche due noti professionisti, un avvocato ed un commercialista

Dalle prime ore dell'alba è in corso un'operazione antiriciclaggio della Squadra Mobile della Questura di Roma, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, con arresti e perquisizioni.

arresti_2Nel corso dell'operazione denominata "Il gioco e' fatto" è stata disarticolata un'organizzazione criminale operante nella Capitale dedita all'usura, al riciclaggio di denaro, al millantato credito, alle estorsioni e alle truffe. Tra i perquisiti anche personaggi di spicco della cosiddetta banda della Magliana e della criminalità organizzata romana e napoletana.

Oltre 200 uomini della Polizia di Stato, coordinati dal Dirigente della Squadra Mobile, con l'ausilio del Reparto Volo e di personale del Reparto Volanti e dei Commissariati della Capitale, stanno operando dalle prime ore dell'alba. Sono 11 le persone destinatarie di misura cautelare e numerosissime le perquisizioni attualmente in corso. Tra gli arrestati anche due noti professionisti, un avvocato ed un commercialista accusati rispettivamente di millantato credito e riciclaggio.

Smascherato dagli Agenti della Squadra Mobile di Roma un vasto giro di usura, estorsioni e truffe. Le vittime cadevano nella rete dell'organizzazione sperando di poter effettuare l'acquisto di un auto o di una casa da aste giudiziarie ed entravano così in un tunnel che li portava dall'illusione dell'affare all'indebitamento. Sono inoltre in corso perquisizioni a personaggi notissimi alle cronache giudiziarie indagati in quanto sospettati di essere i mandanti di tale giro di affari truffaldini.

Gli arrestati simulavano aderenze in Tribunale e grazie alla complicità di un avvocato e di un commercialista proponevano affari d'oro. Una delle vittime era addirittura convinta di aver acquistato la casa del noto giocatore Cafù e una partecipazione ai magazzini COIN di via Cola di Rienzo a Roma. Altre vittime usurate venivano minacciate armi in pugno per intimidirle e costringerle a pagare.

Tra le vittime cadute nella rete tessuta dall'organizzazione, anche liberi professionisti, dipendenti pubblici appartenenti alle Forze di Polizia che cercavano di investire i risparmi di una vita. Difficile è stato penetrare quella cortina di riservatezza e di vergogna che avevano innalzato dopo che si sono resi conto di essere stati raggirati.

Il dialogo e la collaborazione tra i cittadini e gli investigatori ancora una volta si è rivelata determinante per il buon esito delle indagini.

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