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Cronaca

Rubavano auto di lusso e le rivendevano come nuove: cinque arresti

Cinque le persone arrestate e altre quattro sottoposte ad obbligo di firma. Fulcro dell'organizzazione un'autorivendita di auto situata nel quartiere Labaro, dove le auto venivano vendute ad ignari acquirenti

Rubavano auto di ingente valore e le collegavano a carte di circolazione estere, in particolare tedesche. Quindi, dopo aver alterato e contraffato il numero di telaio, le rivendevano come vetture nuove. E' questo il modus operandi scoperto dagli agenti del commissariato Prenestino nell'ambito dell'operazione Double Car. Cinque le persone arrestate e altre quattro sottoposte ad obbligo di firma. Fulcro dell'organizzazione un'autorivendita di situata nel quartiere Labaro, dove le auto venivano vendute ad ignari acquirenti. 

Le indagini partite da una compravendita

E proprio nel corso di una compravendita è scattato l'allarme che ha portato all'avvio delle indagine. Era l'ottobre 2016 quando un'agenzia pratiche auto ha segnalato al commissariato in questione dei dubbi su due autovetture di provenienza estera. 

Gli agenti del commissariato Prenestino, con intercettazioni telefoniche e ambientali e numerose perquisizioni di concessionari, singoli venditori e agenzie pratiche auto, hanno delineato l’esistenza di un vasto gruppo di persone, ognuna di loro con un incarico ed un ruolo ben preciso, che gestiva il fiorente giro.

Un giro da 800.000 euro

Le autovetture, ripulite, venivano vendute ad ignari acquirenti al prezzo di mercato. Nel corso delle perquisizioni sono state rinvenuti e sequestrati  30 autoveicoli di provenienza furtiva: valore di mercato superiore a 800.000 euro. Land Rover, Porsche, Mercedes e Mini tutte con i numeri di telaio e le relative carte di circolazioni alterate.

Sette auto sono state trovate all’interno della proprietà di uno dei maggiori indagati. Veicoli ancora da commercializzare. Gli altri, già rivenduti a ignari acquirenti, abilmente truffati. La maggior parte delle auto erano state commercializzate attraverso una nota autorivendita operante nel quartiere Labaro.

I proventi ad una società di manutenzione ascensori

I proventi illeciti delle vendite, inoltre, invece di entrare nell’attivo dell’autorivendita, venivano indirizzati sul conto corrente di una società di manutenzione ascensori, gestita da uno degli appartenenti al sodalizio criminale e, da questo, fatti sparire nel volgere di poco tempo a favore di coloro che avevano contribuito all’attuazione della complessa attività criminosa.

Cinque arresti e quattro obblighi di firma

Cinque le persone arrestate. Si tratta di un personaggio di origine albanese con precedenti di Polizia, trovato peraltro in possesso di un timbro dello Stato; il titolare dell’autorivendita utilizzata per riciclare le auto di provenienza illecita; un imprenditore di origine campana; un altro venditore di autovetture, nonché un noto pregiudicato di Nettuno tutti con precedenti di polizia anche specifici.

Tra i 4 personaggi sottoposti a Obbligo di Firma davanti la Polizia Giudiziaria figurano il factotum dell’imprenditore campano; un operaio di Roma prestatosi ad intestarsi fittiziamente alcune delle auto riciclate e nazionalizzate nonché ad esportarle all’estero; due individui romani, un uomo e una donna, entrambi con precedenti di polizia, fermati a Bari nel mentre tentavano di esportare una delle auto riciclate, ai quali è stato applicato anche il Divieto di Espatrio.

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