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Cronaca

Omicidio Varani, oggi l'interrogatorio di Prato. Sms al fratello di Foffo: "Vieni c'è un trans"

Il pr comparirà davanti al giudice, raccontando la sua verità. Sinora è lui l'anima più nera di questa storia, ma quanto riferirà nell'interrogatorio potrebbe aggiungere ulteriori dettagli all'orrore di via Giordani

In isolamento, guardato a vista per paura che metta in atto i suoi intenti suicidari. Marco Prato oggi racconterà la sua verità sull'orrore di via Igino Giordani che andrà ad aggiungersi a quella fornita da Manuel Foffo nel corso della confessione di sabato. Alle 10 si presenterà davanti ai giudici per dire la sua. Un interrogatorio molto atteso perché sinora hanno parlato solo Manuel, la sua famiglia e i suoi legali. Una narrazione, quella del terribile omicidio di Luca Varani, che sta sinora, da un punto di vista mediatico almeno,  scaricando gran parte delle colpe proprio su Prato, descritto come l'anima oscura, irrequieta, spesso allucinata tanto da desiderare l'emozione forte di uccidere qualcuno. 

"Marco è gay ed ha un interesse per me", rivela Foffo. "L'ho conosciuto a Capodanno ed abbiamo avuto un rapporto. Avevo deciso di non sentirlo più" - aggiunge - "data la presenza di un video che Marco ha nel suo telefono che ci ritraeva nell'atto sessuale sono stato costretto a rimanere in contatto con lui". E' sempre Prato, secondo quanto riferito dal padre di Foffo a Porta a Porta, a portare la cocaina in via Igino Giordani il 2 marzo, giorno in cui inizia lo sballo. E' ancora Prato quello che, durante il giro a caccia di qualcuno da uccidere, manda sms dal cellulare di Manuel Foffo. Tra questi anche uno al fratello di quest'ultimo: "Vieni c'è un trans". Un messaggio arrivato sul cellulare di Roberto Foffo alle 7 del mattino, dopo del quale quest'ultimo ha chiamato il fratello dandogli del matto. E' infine Prato quello che infligge la coltellata al cuore, fatale per la morte di Varani.

Raccontato così il "Re della movida" è l'anima più nera di questa storia, quella che dietro la facciata fatta di glamour, flirt con attrici e attricette, nasconde l'irrequietezza e la violenza. Un racconto nel quale si inserisce anche l'articolo apparso oggi su Il Messaggero che riporta di una presunta aggressione messa in atto da Prato ai danni di un altro giovane, picchiato nel suo appartamento. Una denuncia ritirata all'epoca che oggi però torna d'attualità. 

A riscrivere i fatti potrebbe essere l'interrogatorio di questa mattina. Prato, sempre secondo quanto riferito da Il Messaggero, avrebbe scritto una lettera di sette pagine, in cui prova a spiegare alle persone più care le ragioni di un gesto forte. Un lungo sfogo su come la sua vita sia difficile, qualcosa che passa per il desiderio sempre nutrito di operarsi e diventare donna. Ma la mamma non vuole, la famiglia si oppone, e lui reagisce impazzendo. Nella lettera, sempre secondo quanto riferisce il quotidiano di via del Tritone, non c'è nessuno accenno ad un pentimento. 

Oggi, assistito dall'avvocato Pasquale Bartolo, dovrebbe riferire ai pubblici ministeri. 

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