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Cronaca San Basilio / Via Tranfo Carlo

Omicidio a San Basilio, è giallo sulla lite: si moltiplicano le versioni

Diverse le versioni su quanto accaduto nel pomeriggio del 12 giugno in via Tranfo. Da accertare con esattezza come si sia arrivati alla morte del 31enne. Rimane lo sgomento per quanto accaduto in una delle zone più 'tese' della Capitale

Un regolamento di conti. Una vendetta per l'onta subita dal figlio 18enne. A meno di 24 ore dalla sparatoria di ieri a San Basilio che ha portato alla morte di Maurizio Alletto e all'arresto di Luciano Coppi, guardia giurata che ha sparato in testa alla vittima, sono ancora in corso le indagini per capire quanto realmente accaduto. Uniche certezze un morto, un arresto ed un ferito, Moreno Coppi, figlio del 54enne poi arrestato da polizia e carabinieri nella sua abitazione di via Fabriano.

PRECEDENZA PEDONALE - Scene di ordinaria follia che, secondo la ricostruzione del comando provinciale dei carabinieri e dei militari della stazione Roma Montesacro, avrebbero preso il via alle 17,30 di ieri pomeriggio quando il 18enne Moreno Coppi, che camminava a piedi in via Gigliotti, ha avuto un diverbio verbale molto accesso con Maurizio Alletto 31enne in automobile assieme al padre Francesco, per una mancata precedenza pedonale. Da qui le parole grosse con il 18enne che ha colpito con uno schiaffo Francesco Alletto per poi fuggire velocemente scappando dalle minacce di morte che gli arrivavano da Maurizio, il 31enne poi rimasto ucciso.

San Basilio, omicidio in via Tranfo | foto Cifelli/RomaToday

COLTELLATE E OMICIDIO - Sempre secondo quanto ricostruito dai militari il giovane a questo punto è corso a cercare il padre, Luciano Coppi, riferendogli delle minacce di morte subite da parte di Maurizio Alletto. La guardia giurata, con una pistola regolarmente detenuta, scende quindi in strada tra le case popolari di San Basilio ed incontra il 31enne in via Carlo Tranfo. Volano parole grosse e minacce sino a che Maurizio Alletto non estrae un coltello e colpisce il 18enne con un fendente alla guancia, una ferita al volto del figlio che fa perdere la ragione al padre Luciano che per risposta estrae la pistola e lo fredda con un colpo in testa. Spari che accendono la miccia esplosiva in un quartiere periferico dove, tra le tante persone per bene, si nasconde una criminalità efferata che controlla lo spaccio di sostanze stupefacenti attraverso una rete criminale ben oliata.  

ARRESTO E 118 - Un omicidio in pieno giorno sotto i balconi e le finestre delle case popolari di via Tranfo che si trasforma in una rabbia di vendetta per la morte di un 31enne che si manifesta con l'arrivo dei sanitari del 118, accolti nel quartiere con una fitta sassaiola. Sanitari che sono costretti a caricare sull'ambulanza Maurizio Alletto senza poterne constatare il decesso con certezza, mentre il giovane ferito dalla coltellata riesce in qualche modo ad arrivare al pronto soccorso del vicino ospedale Pertini. Nel frattempo Luciano Coppi riesce ad allontanarsi velocemente andando a rifugiarsi nella sua abitazione nella vicina via Fabriano. Qui il 54enne viene raggiunto da una folla inferocita di amici e parenti della vittima, prima di essere trovato dalle forze dell'ordine che lo arrestano con l'accusa di omicidio. Fermo giudiziario anche per il figlio 18enne, piantonato in ospedale dalle forze dell'ordine.

PRIMA VERSIONE - Una dinamica dei fatti ancora tutta da accertare definitivamente che in un primo momento sembrava essersi svolta in maniera differente con una lite scoppiata tra Maurizio Alletto e Moreno Coppi (in auto con il padre Luciano) per motivi di viabilità. Quindi l'alterco tra il 18enne ed il 31enne, con quest'utlimo che avrebbe sferratto un fendente sul volto di Moreno Coppi ferendolo alla guancia e lasciandolo in terra, da qui la reazione della guardia giurata che avrebbe estratto la pistola e ucciso Alletto con un colpo alla nuca per poi fuggire velocemente.  

QUARTIERE DIFFICILE - Una situazione esplosiva tra le stradine più a rischio del quartiere come via Tranfo, via Gigliotti e via Farina, dove la criminalità che si confonde tra le persone per bene, è favorita anche da un'architettura popolare degli anni '70 fatta di palazzi a pochi piani con lotti e giardini interni e da tre strade che si chiudono creando una fitta rete di abitazioni dove non ci si passa per caso, ma è necessario arrivare. Uno scenario inquetante che riaccende i riflettori sui disagi che si vivono in diverse zone della Capitale, dove dall'inizio dell'anno il numero dei morti per omicidio è arrivato alla 23esima vittima.

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