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Cronaca

Omicidio Sacchi, agli atti del processo nuovi sms. Gli avvocati della famiglia: "Luca non conosceva i killer"

Secondo i dati forniti dal Ris, cinque giorni prima di morire il personal trainer era stato a Casal Monastero

Luca Sacchi, il personal trainer 24enne ucciso nella notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub nella zona di Colli Albani, sapeva dell'affare per comprare la droga. Lo dimostrerebbe l'informativa dei carabinieri del nucleo investigativo depositata al processo che rivelerebbe come quell'incontro non sia stato casuale.

Cinque giorni prima dell'omicidio, infatti, Luca era stato a Casal Monastero quartiere dove vivono Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, a processo per il suo omicidio.

Dall'analisi del traffico telefonico, e dalle celle agganciate nella quartiere periferico di Roma, emerge che sia il telefono di Sacchi che quello di Anastasya tra le 15.30 e le 16 del 18 ottobre sono stati rilevati dai ripetitori installati in via Acuto e via Saccomuro. Dalle stesse analisi è stato accertato che anche le utenze di Del Grosso e Pirino tra le 15.30 e le 16.30 dello stesso giorno hanno agganciato la cella di via Acuto "a dimostrazione - si legge nell'informativa - che l'incontro tra i due gruppi è verosimilmente avvenuto". 

Sempre lo stesso, come emerge sempre dall'informativa, dal telefono di Luca Sacchi sono state effettuate su Maps ricerche relative al percorso stradale per raggiungere dall'Appio Latino la frazione di Casal Monastero, quartiere dove alle 16 della stessa giornata viene localizzato lo smartphone.

Poco prima della ricerca del percorso, nel cellulare di Sacchi c'è anche un messaggio audio su Whatsapp, inviato a Giovanni Princi, l'ex compagno di classe che sarà processato, invece, con rito abbreviato il 28 maggio prossimo insieme ad Anastasiya Kylemny.

Nei telefoni ci sono anche le paure dei due ragazzi, le loro preoccupazioni. Le conversazioni depositate ieri in aula dimostrano anche il tentativo di Luca di discostarsi da quel mondo cercando di dissuadere la fidanzata che intendeva affittare una casa insieme a Princi e alla sua ragazza.

Gli Avvocati Armida Decina e Paolo Salice, dando voce ai genitori di Luca Sacchi, però non ci stanno: "Dai nuovi atti d'indagine non risulta assolutamente che Luca conoscesse i suoi killer e che ci fosse stato un incontro. Emerge, che è cosa ben diversa, l'aggancio della cella del telefono di Luca Sacchi ad un ripetitore di Casal Monastero, e tra lui e gli altri soggetti non vi è mai stato alcun contatto telefonico. Proprio in quella zona vi sono scuole di arti marziali e Luca, in qualità di personal trainer, era solito proporsi in queste strutture, ragion per cui non è da escludere che lui si fosse recato lì per questo motivo".

"Gli sms con Anastasiya dimostrano, ancora una volta, quello che abbiamo sempre temuto. La ragazza dice che per mantenersi dovrebbe fare la prostituta. - spiegano - Luca, per troppo amore, sembra quasi giungere ad un compromesso, chiedendole di non strafare e di non fare niente senza di lui. Emerge anche che Luca Sacchi cercava di convincere Anastasiya a staccarsi da Princi perché spaventato dai problemi che questi avrebbe potuto arrecare ad entrambi. Luca, pur di non lasciare la propria ragazza, ha deciso di proteggerla e nel fare questo ci ha rimesso la vita", dicono secondo la loro tesi.

Il processo è stato rinviato al 9 giugno. Tra gli imputati, oltre Del Grosso e Pirino anche Marcello De Propris, che consegnò loro l'arma del delitto, impugnata poi dallo stesso Del Grosso, e Armando De Propris, padre di Marcello, per essere il proprietario della pistola.

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