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Cronaca Trastevere / Piazza Trilussa

Omicidio Ponte Sisto, Galioto respinge le accuse: "Non sono stato io"

Lo riferisce l’avvocato del 45enne dopo averlo incontrato nel carcere di Regina Coeli

"Non sono stato io”. E’ quanto detto al suo avvocato da Massimo Galioto, il 45enne fermato dalla polizia con l’accusa di aver ucciso un 37enne romeno sulla banchina del Tevere. “Ho lasciato degli amici, sono sceso sotto al ponte con il cane e ho visto da lontano un gruppo di gente. Ho visto un uomo a terra e a quel punto mi sono avvicinato, aveva ferite sul volto: ho cercato di sollecitarlo e non rispondeva, era già morto". "È a quel punto che mi sono allontanato e sono stato fermato sulle scale. Se cercano vedranno che alcuni testimoni potranno confermare questa versione". Riferisce il suo legale, Michele Vincelli. 

"Nega ogni addebito e non ha segni di colluttazione" riferisce il legale dopo averlo incontrato nel carcere di Regina Coeli. Domani è fissata l'autopsia sulla vittima, E.P.S. Galioto non è nuovo a gravi fatti di cronaca. Il 45enne infatti era stato arrestato nel luglio del 2016 per l'omicidio dello studente americano Beau Solomon, spinto nel Tevere da una banchina sotto ponte Garibaldi, nella stessa zona dove è avvenuto l'omicidio del 7 maggio. 

Per quel delitto però il clochard è stato assolto in primo grado, lo scorso giugno, per non aver commesso il fatto mentre la Procura, con i pm Nadia Plastina e Gennaro Varone, aveva chiesto l'ergastolo. A ottobre è previsto l'appello. "Sono due fatti assolutamente slegati l'uno dall'altro" commenta il difensore.

"La famiglia di Beau Solomon chiede che venga fatta giustizia. Il nuovo episodio che coinvolge Massimo Galioto conferma la sua attitudine pericolosa e ci auguriamo che nel processo di appello venga riconosciuto che lui non era estraneo ai fatti, così come affermato da almeno due testimoni". Le parole dell'avvocato Giuseppe Zanalda, legale della famiglia del giovane americano.

“Per la morte dello studente Usa, Galioto, fermato ieri per l'omicidio di un 38enne romeno avvenuto sotto Ponte Sisto a Roma, è stato assolto in primo grado con la formula "per non aver commesso il fatto". Sia la parte civile che la Procura di Roma hanno impugnato quella sentenza che non ha tenuto conto del racconto di testimoni - aggiunge l'avvocato - che individuavano in Galioto l'autore dell'aggressione. Resta scandaloso il fatto che nel centro di Roma persista una situazione di degrado e violenza dove continuano ad avvenire episodi di questo genere”. 

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