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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Via Giuseppe Lazzati

Omicidio Musci: il killer incastrato dalle tracce ematiche sugli occhiali da sole

Secondo gli investigatori l'assassino sarebbe Giancarlo Orsini, nella cui disponibilità è stata anche trovata la pistola utilizzata per commettere l'esecuzione

Un grossa somma di denaro equivalente a circa 400mila euro non versata per l'acquisto di una cospicua quantità di droga da spacciare nelle piazze del Trullo e di Montespaccato. Questo secondo gli investigatori lo 'sgarro' che ha determinato l'omicidio di Roberto Musci, freddato lo scorso 23 gennaio con sei colpi di pistola mentre si trovava agli arresti domiciliari in un'abitazione di via Lazzati, nel comprensorio Borgo Monastero, nella zona di Casalotti.

TRACCE EMATICHE SU OCCHIALI E PISTOLA - A premere il grilletto  Giancarlo Orsini, incastrato dalle tracce ematiche della vittima ritrovate su un paio di occhiali da sole e su una pistola che sarebbe stata usata per commettere l'omicidio trovati nella sua disponibilità. La matassa è stata sbrogliata dai carabinieri del Nucleo Inestigativo di Roma che hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Roma  su richiesta della locale Procura della Repubblica – Dda (Direzione Distrettuale Antimafia), a carico del 47enne romano, pluripregiudicato, già detenuto per altra causa, individuato quale autore materiale dell’omicidio dell'allora 33enne.

Omicidio a Casalotti: arrestato il killer di Roberto Musci

ELEMENTI DI GRAVITA' INDIZIARIA - Ad illustrare le modalità che hanno portato all'omicidio di Roberto Musci il procuratore aggiunto Michele Prestipino, assieme al colonnello Roberto Sabatino ed al maggiore Massimo Ribuardo, del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Roma. "Un'attività di indagine portata a compimento con un metodo classico di raccolta di prove ed elementi - come ha spiegato Prestipino nel corso di una conferenza stampa - che ha permesso di mettere insieme elementi di gravità indiziaria nei confronti dell'indagato sino ad ottenere un provvedimento di custodia cautelare".

FREDDATO CON SEI COLPI DI PISTOLA - Un'esecuzione efferata, come hanno sottolineato gli investigatori, messa in atto con "metodo mafioso" con delle "modalità feroci che risultano presentare le caratteristiche di un omicidio su commissione". Al momento dell'assassinio Roberto Musci si trovava da solo agli arresti domiciliari in una villetta sita in un complesso residenziale di via Lazzati. La vittima fu assassinata a colpi di pistola da un individuo sconosciuto, travisato con un casco integrale e occhiali da sole che, presentatosi come ufficiale giudiziario, lo aveva attirato fuori di casa per poi freddarlo in strada con 6 colpi sparati in rapida successione (cinque alla testa, uno davanti e quattro alla schiena ed uno al torace). Il killer si era poi allontanato a bordo di uno scooter Yamaha XCity di colore bianco con cui era giunto sul posto.

VIDEO | L'ARRIVO DEL KILLER E L'OMICIDIO DI MUSCI

REGOLAMENTO DI CONTI - Sebbene l’omicidio fosse avvenuto in assenza di testimoni, la scena venne ripresa da una telecamera nascosta che Roberto Musci aveva installato all’esterno dell’abitazione, le cui immagini, seppure non utili per l’identificazione del sicario, ne documentarono la notevole freddezza e la rapidità di esecuzione dell’azione di fuoco, tipiche di un killer professionista. Tali  efferate modalità di esecuzione dell’agguato e il curriculum criminale della vittima hanno indotto sin da subito ad inquadrare il grave fatto di sangue come un regolamento di conti maturato in contesti di malavita organizzata.

DENARO CONTANTE IN CASA - Roberto Musci, originario del quartiere Trullo, aveva infatti precedenti di polizia per traffico di stupefacenti e, nella sua abitazione, dopo l’omicidio, i carabinieri rinvennero un’ingente somma di denaro contante, preziosi e una pistola che egli presumibilmente deteneva per difendersi da possibili agguati.

SEQUESTRO DEI BENI DI MUSCI - Proprio sulla base dell’accertata pericolosità sociale del defunto e della sproporzione con i redditi dichiarati al Fisco, nel febbraio 2014, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno eseguito un decreto di sequestro anticipato dei beni emesso dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, nei confronti degli eredi di Roberto Musci che ha portato al sequestro della villetta dove l’uomo risiedeva, di 57 mila euro in danaro contante, nonché vari oggetti preziosi, il tutto per un valore complessivo stimato di circa 500mila euro.

SVOLTA NELLE INDAGINI - Le indagini sull’omicidio hanno registrato una svolta significativa nel marzo scorso, in seguito all’arresto di Massimiliano Leoni, 46enne del Trullo, sorpreso a commettere una rapina in un supermercato con uno scooter Yamaha XCity risultato rubato alcuni mesi prima. Tale dato è stato poi sviluppato dai Carabinieri di via in Selci, in quanto si trattava dell’unico scooter di quel modello denunciato rubato a Roma negli ultimi tempi e pertanto poteva trattarsi dello stesso mezzo utilizzato per l’omicidio Musci.

DA LEONI AD ORSINI - Tale approfondimento ha portato all’individuazione di Giancarlo Orsini, soggetto che in passato era stato controllato con Leoni, e che nel marzo 2014 era stato arrestato dai Carabinieri di Monte Spaccato, in quanto trovato in possesso di due pistole semiautomatiche e vario munizionamento. Orsini veniva quindi sottoposto ad un ulteriore perquisizione domiciliare nel corso della quale, i Carabinieri del Nucleo Investigativo gli sequestravano materiale vario, tra cui numerosi occhiali da sole. Le armi e il materiale sequestrato al 47enne, sono stati quindi sottoposti ad accertamenti tecnici nei laboratori del Ris dei Carabinieri di Roma, che hanno rinvenuto due tracce biologiche appartenenti a Roberto Musci su una pistola Taurus calibro 9 e su un paio di occhiali da sole.

PROVA IN SEDE DI INCIDENTE PROBATORIO - Tale dato ha consentito di sostenere che l’arma e gli occhiali in questione siano stati utilizzati dall’autore dell’omicidio che, avendo sparato a distanza ravvicinata, si è evidentemente sporcato con il sangue della vittima. Le risultanze preliminari del Ris, attualmente in fase di acquisizione come “prova” in sede di incidente probatorio richiesto dall’indagato e disposto dal Gip, rappresentano il principale elemento su cui si fonda la misura cautelare emessa a carico dell’Orsini, unito al fatto che la fisionomia di quest’ultimo risulta compatibile con le immagini del sicario riprese dalle telecamere di videosorveglianza e al fatto che la pistola Taurus sequestrata è dello stesso calibro di quella utilizzata per l’omicidio.

METODO MAFIOSO - All’indagato è inoltre contestata l’aggravante di cui all’art. 7 della legge n. 203/91, ossia del delitto commesso con metodo mafioso, avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p., ciò in considerazione delle modalità feroci dell’agguato che risulta presentare le caratteristiche di un omicidio su commissione. Il 47enne è attualmente recluso il carcere di Regina Coeli dove era già detenuto per altra causa.

MANDANTE DELL'OMICIDIO - Un fermo che rappresenta il primo risultato dell'indagine che mira ad accertare il mandante dell'omicidio Musci. Secondo gli investigatori Orsini sarebbe stato assoldato solo come killer del 33enne. Resta da comprendere se lo 'sgarro' compiuto dalla vittima sia stato fatto nei confronti del proprio gruppo criminale (smantellato nell'ambito dell'operazione Plata portata a compimento nel 2012 con l'arresto di 32 persone, tra cui lo stesso Musci) o nei confronti di un altro gruppo che aveva fornito la droga a questi ultimi senza ricevere in cambio i 400mila euro pattuiti per l'acquisto della partita di sostanze stupefacenti (soprattutto cocaina acquistata sull'asse del 'mercato' tra Spagna ed Italia).

Arresto omicidio Musci. Conferenza stampa-2

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