Caso Sandri, la Corte dei Conti ha deciso: Spaccarotella deve pagare un milione e mezzo
La sezione giurisdizionale della Corte dei Conti Toscana ha accolto le richieste della Procura: i soldi andranno nelle casse dello Stato come parziale copertura del precedente rimborso alla famiglia Sandri
Sono passati ormai sei anni da quell'undici novembre 2007, il giorno in cui Gabriele Sandri se n'è andato. Ucciso da un colpo di pistola dell'agente della Polizia Stradale, Luigi Spaccarotella. Già, ucciso, perchè si trattò di omicidio volontario, come affermato dalla sentenza di secondo grado nel 'processo Sandri' . Dopo la conferma della Cassazione, Spaccarotella sta scontando nove anni e quattro mesi di pena. Ma i problemi, per lui, potrebbero non essere finiti qua. La sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Toscana lo ha condannato, infatti, a pagare 1.550.000 euro a favore del Ministero dell'Interno.
IL RIMBORSO ALLA FAMIGLIA - Il 'rimborso' all'erario ministeriale servirà a coprire metà della somma che lo Stato, nel febbraio del 2012, versò nelle casse della famiglia Sandri "a completa e definitiva tacitazione di ogni e qualsiasi pretesa o danno patito o patendo". Oggi, però, accertata la colpevolezza di Spaccarotella, anche in ultimo grado di giudizio, la Corte dei Conti ha accolto la richiesta della procura e obbligato il poliziotto a pagare i 'danni' allo Stato.
BADIA AL PINO - Molto peso ha avuto in questa decisione, la posizione di Spaccarotella. L'agente in primo grado era stato condannato a sei anni di reclusione per omicidio colposo e non volontario . Al secondo grado di giudizio, però, la pena era stata portata a nove anni e quattro mesi con il capo d'imputazione modificati in omicidio volontario. Accusa e pene poi confermate in Cassazione . Insomma, il tribunale toscano aveva confermato che Spaccarotella, quell'undici novembre, impugnò la pistola di ordinanza e mirò alla Reanult Megan Scenic che si trovava all'altro lato dell'Autostrada del Sole. La macchina che 'scappava' dall'area di sosta di Badia al Pino. La macchina nella quale c'era Gabbo.
