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Cronaca

Omicidio Flavio Simmi: dopo sette anni riaperte le indagini

Per il 33enne freddato nel luglio del 2011 e gambizzato cinque mesi prima si rispolvera la pista passionale

Si riaprono le indagini sulla morte di Flavio Simmi, il 33enne ucciso la mattina del 5 luglio del 2011 con sette colpi di pistola da due killer in moto, davanti agli occhi della moglie, Paola Petti. L'omicidio è avvenuto in via Grazioli Lante, in Prati.

La ripresa dopo sette anni si deve ad un nuovo sguardo del gip su quanto accaduto 5 mesi prima dell'agguato, il 7 febbraio 2011: la gambizzazione subita da Simmi davanti al suo negozio in piazza del Monte di Pietà.

I due episodi non erano mai stati collegati, almeno non dalla procura, che ha tenuto sempre distinte le indagini. Fino ad ora. Un successo per il legale della famiglia Simmi, oppostosi con successo alla richiesta di archiviazione. Secondo la nuova tesi, dietro la gambizzazione di Simmi ci sarebbe una vicenda legata ad un tradimento che lega sia la gambizzazione di Simmi sia l'agguato poi costatogli la vita.

Secondo gli investigatori Simmi avrebbe avuto una relazione con la moglie di un suo amico, mentre quest’ultimo era in carcere. Inoltre bisogna ricordare che Simmi era figlio di un gioielliere (Roberto detto "Robertone"), coinvolto nel 1993 nell'operazione "Colosseo" contro la Banda della Magliana. L'uomo  fu arrestato e poi scagionato. Ora gestisce un ristorante a due passi dal ministero della Giustizia oltre a portare avanti l'oreficieria di famiglia.

L'omicidio

Erano da poco passate le 9:30 ed aveva appena smesso di piovere, quando Flavio Simmi si trovava al volante della propria auto, una Ford Ka grigia, mentre stava uscendo da un parcheggio in compagnia della moglie, all'incrocio tra Via Simone de Saint Bon e Via Riccardo Grazioli Lante.

Proprio in quel momento una moto, con a bordo due persone si è affiancata al lato destro della sua auto, esplodendo un primo colpo verso la ruota anteriore destra, perforandola. A quel punto, data la posizione di ritrovamento del cadavere, Simmi avrebbe tentato la fuga uscendo dall’auto, ma una volta fuori sarebbe stato raggiunto da altri sette colpi, stavolta mortali. Altrettanti bossoli sono stati rinvenuti sul luogo del delitto. 
Un residente della zona ricorda: “Stavo parlando con mia moglie quando ho sentito parecchi botti, a distanza ravvicinata l’uno dall’altro, che venivano fuori. Ho capito subito che si trattava di pallottole, chi ha fatto la guerra come me non si può sbagliare a riguardo”.
Una donna, residente in una casa con una finestra che si affaccia proprio sul luogo del delitto, ha detto: “Quando ho sentito i colpi, all’inizio, li ho scambiati per dei fuochi d’artificio. Poi mi sono affacciata e ho visto una donna urlare, china accanto ad un’auto”.

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