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Cronaca Via del Fosso del Divino Amore

Giallo al Divino Amore: la vittima non è il secondo marocchino di Torpignattara

Dagli investigatori trapela che la dinamica dell'omicidio ricorda il duplice omicidio di Artena di luglio. Per l'identità della vittima si attende esito dell'autopsia

E' un giallo a tutti gli effetti quello del cadavere ritrovato in campagna a Borgo Santa Fumia, nella zona del Divino Amore. Poche al momento le certezze e tanti i dubbi che emergono e che vanno a smontare le ipotesi circolate nelle ore immediatamente successive al ritrovamento e a costruirne di nuove. Sullo sfondo però resta, molto forte, la possibilità che anche questo delitto possa inquadrarsi nell'ambito della guerra fra bande che sta insaguinando Roma da mesi.

LE CERTEZZE – Di certo si sa che si tratta di un omicidio. Fatale il colpo di pistola esploso alla nuca dell'uomo la cui identità per ora resta un mistero. Si sa però che si tratta di un maschio dalla pelle bianca. Questo particolare smentisce le voci circolate relative alla possibilità che la vittima potesse essere il secondo marocchino del duplice omicidio di Tor Pignattara. Secondo gli investigatori “quest'ultimo sarebbe fuggito all'estero” ed è quindi lì che si concentrano le ricerche. Altro elemento dato per buono è che l'omicidio è avvenuto la sera prima. Il contadino che ha ritrovato il corpo ha infatti raccontato di aver chiuso il cancello che dà accesso al pezzo di terra del ritrovamento. E sempre il contadino ha detto di aver trovato lo stesso cancello aperto il mattino seguente.

La vittima, assieme ad una o più persone, sarebbe quindi entrata nel terreno nella serata di giovedì Poi l'uomo sarebbe stato ucciso con uno o più colpi di pistola (lo accerterà l'autopsia) e il suo corpo bruciato con del liquido infiammabile dopo essere stato buttato in una buca.

I DUBBI – Il principale dubbio riguarda l'identità dell'uomo. Al momento infatti dagli investigatori, i carabinieri della Compagnia di Frascati, non è stato diffuso il nome della vittima. E' possibile che si cerchi di mantenere il segreto per non ostacolare l'indagine con fughe di notizie. E' altrettanto possibile però che l'identità dell'uomo non sia stata ancora scoperta.

LE IPOTESI – I militari dell'arma che si occupano dell'indagine ieri hanno reso noto che l'omicidio “presenta diverse analogie con l'omicidio di Artena, vicino Roma, dello scorso luglio e sarebbe maturato in un contesto simile: un omicidio tra operai o contadini per una vicenda irrisolta”. Al momento è questa l'ipotesi più battuta dai militari. Ad indurre a pensare che questa sia la pista giusta anche il ritrovamento di impronte sul terreno. Una zona di campagna che una persona può raggiungere solo se la conosce bene. Da qui un punto di partenza importante: il killer è qualcuno che conosce bene la zona di Borgo Santa Fumia.

GLI INTERROGATORI – Ad essere torchiato a lungo, come da prassi, il contadino che ha ritrovato il cadavere. Il suo atteggiamento è stato da subito molto collaborativo e sul suo racconto non vengono avanzati dubbi. Interrogati anche molti operai della zona, allo scopo di capire se hanno visto o sentito qualcosa che possa indirizzare le indagini.

I PROSSIMI PASSI DELLE INDAGINI – Oltre alle risposte degli interrogati, decisivi per le indagini saranno l'autopsia e l'esame del dna dai quali si attende l'identità della vittima. Dai Ris invece si attendono riscontri sui bossoli ritrovati accanto al cadavere: in questo potrebbe essere importante capire quale arma abbia sparato e soprattutto se l'arma è la stessa usata per omicidi legati alla guerra tra bande che sta insaguinando Roma. In questo caso la pista della droga diventerebbe quella principale.

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