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Cronaca Ponte di Nona

Ponte di Nona, Action ai residenti: "No alla guerra tra poveri"

Per gli occupanti anche gli inquilini sono "vittime" dello stesso mercato "dai prezzi gonfiati". Alzetta: "Soffiare sul fuoco può diventare pericoloso"

Alla guerra tra poveri non ci stanno. Per questo gli occupanti di Action della palazzina di Caltagirone a Ponte di Nona oggetto di un episodio intimidatorio nei giorni scorsi hanno deciso di scendere per le strade del quartiere e ribadire le ragioni che hanno portato le loro famiglie, e quelle di altre centinaia in tutta la città, a occupare una palazzina sfitta. Alla base c'è il disagio abitativo di quanti, precari o disoccupati, senza case popolari o affitti convenzionati, non riescono ad accedere ad alloggi ai prezzi del libero mercato.

Rigettano qualsiasi criminalizzazione del movimento e cercano di stemperare una situazione che però è sempre più tesa. “Non si tratta di ristabilire la legalità. L'emergenza abitativa non è un problema di ordine pubblico” spiega Andrea Alzetta ex consigliere comunale di Roma In Action. “Qui si tratta di affermare che occupanti e residenti che hanno comprato una casa a 9 chilometri da Roma senza servizi e mezzi di trasporto adeguati, indebitandosi con mutui che dovranno pagare per i prossimi trent'anni, sono 'vittime' dello stesso mercato. Un mercato che ha gonfiato i prezzi delle abitazioni, e con essere anche i guadagni di costruttori e società immobiliari, che hanno 'espulso' negli scorsi anni oltre centomila persone dalla città” spiega. Un mercato che per diversi anni “ha guadagnato dal mantenere alti sia i prezzi delle case che quelli degli immobili sfitti”.

L'occupazione dello stabile a Ponte di Nona

Di fronte alla denuncia dei residenti che affermano che le loro case hanno perso valore da quando a fianco si è venuta a creare un'occupazione, Alzetta risponde con la situazione della crisi del mercato del mattone: “Se quegli appartamenti hanno perso negli ultimi anni almeno il 30 per cento del loro valore è per via della crisi globale non di certo per la vicinanza o meno con un'occupazione”.

In un quadro così “delicato” soffiare sul fuoco può “diventare pericoloso”. Per questo motivo la speranza è quella di instaurare un dialogo tra 'occupanti e inquilini'. “I problemi quotidiani che accomunano chi occupa e chi continua ad essere inquilino o ad avere il mutuo sono tantissimi. Pensiamo che il vero degrado sia rappresentato da interi palazzi lasciati all'incuria, all'abbandono e alla speculazione” scrivono i movimenti.

L'obiettivo degli attivisti della lotta per la casa è quello di “chiedere alle istituzioni di smettere con le vecchie logiche volte a cementificare l'Agro romano” ma “porre al centro dell'interesse della politica e dell'opinione pubblica il problema dell'invenduto”. Un fenomeno che coinvolge 250 mila appartamenti sfitti (o affittati in nero) con 30 mila nuclei familiari in graduatoria a fronte di 150-300 appartamenti popolari consegnati ogni anno. Di fronte a questa situazione gli occupanti ricordano anche le 'conquiste' ottenute “per tutti” dalle lotte dei movimenti: “La regione sta stanziando 200 milioni di euro e altri 400 milioni per un piano straordinario per l'emergenza abitativa.

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