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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Caso Orlandi, Pm decidono: non sarà aperta la tomba di De Pedis

La motivazione: non sussisterebbe più la necessità di aprire la tomba in quanto si ritiene inverosimile che al suo interno vi possano trovare resti di altre persone

Sembra definitivo: il boss della Magliana Renato De Pedis può continuare a riposare in pace all'interno della basilica di Sant'Apollinare ma non per un veto del Vaticano ma per decisione degli inquirenti che indagano sul caso Orlandi. Secondo le agenzie battute quest'oggi, per i pm titolari dell'indagine, che circa due anni fa hanno svolto un sopralluogo nella cripta, non sussisterebbe più la necessità di aprire la tomba in quanto si ritiene inverosimile che al suo interno vi possano trovare resti di altre persone oltre a quelli di De Pedis, considerando anche che questi è morto sette anni dopo la scomparsa della Orlandi.

DE PEDIS E IL CASO ORLANDI - A collegare la scomparsa della Orlandi con uno dei capi della banda della Magliana fu una telefonata giunta alla trasmissione "Chi l'ha visto?" nel settembre 2005. Una voce anonima (che secondo una perizia del 2010 sarebbe da attribuirsi a Carlo Alberto De Tomasi, figlio di "Sergione" legato alla Banda della Magliana) affermò che per trovare la soluzione del caso Orlandi bisognava "vedere chi è sepolto nella cripta della basilica". De Pedis fu ucciso il 2 febbraio 1990 in un regolamento di conti a Campo dé Fiori. Sepolto inizialmente al cimitero del Verano in un loculo di famiglia, la vedova riuscì a farne traslare la salma a Sant'Apollinare grazie al via libera dell'allora arcivescovo vicario di Roma, Ugo Poletti.

IL SOPRALLUOGO DEL PROCURATORE - Il sopralluogo del luogo dove si trova la tomba di De Pedis venne effettuato dal procuratore aggiunto, Giancarlo Capaldo, e svolto dopo l'audizione, quale persona informata sui fatti, di Pedro Huidobro attuale rettore della basilica. Secondo un'analisi della cripta, la tomba di De Pedis si troverebbe in un piccolo ambiente, una stanza accessibile tramite una porta in ferro. Le chiavi del cubicolo sono in possesso solo del rettore e di Carla Di Giovanni, vedova De Pedis. La tomba sarebbe molto simile a quelle realizzate per la Santa Sede. Poco distante, sempre nella cripta, è presente un ossario composto di resti che un tempo erano depositati senza alcun criterio nei cunicoli della basilica. Si tratta di una dedalo di strettoie, ora chiuse, che un tempo permettevano di raggiungere anche la sede della scuola di musica dove la Orlandi studiava flauto.

EMANUELA ORLANDI - La verità sulla scomparsa di Emanuela Orlandi sarebbe a conoscenza di personalità del Vaticano. E' quanto riferiscono gli inquirenti della Procura di Roma.  All'interno delle mura Leonine, secondo chi indaga, ci sarebbero personaggi ancora in vita che conoscono i misteri legati alla scomparsa della ragazza. Per gli inquirenti è certo che nella vicenda ebbero un ruolo alcuni esponenti della banda della Magliana forse già nel rapimento della ragazza (avvenuta il 22 giugno del 1983), ma più probabilmente nella gestione successiva. Nell' inchiesta risultano indagati Sergio Virtù, Angelo Cassani, detto 'Ciletto', Gianfranco Cerboni, detto 'Gigetto': tutti soggetti che hanno fatto parte della Banda attiva a Roma tra gli anni '70 e '80. Gli indagati sono stati individuati sulla base di una serie di riscontri oltre che dalle dichiarazioni di pentiti della banda. A dare impulso alle indagini furono alcune dichiarazioni fatte da Sabrina Minardi, ex compagna di Enrico De Pedis, finita anch'essa sotto in chiesta alla luce di affermazioni apparse contraddittorie.  (Fonte Ansa)

 

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